Un importante risultato nell’innovazione terapeutica per la Malattia di Parkinson in fase avanzata è stato raggiunto presso l’ospedale Santa Rosa di Viterbo, dove, per la prima volta è stata avviata la terapia con infusione sottocutanea continua di levodopa. Si tratta di un trattamento, per certi versi rivoluzionario, rivolto ai pazienti che presentano un controllo motorio insufficiente con trattamenti orali tradizionali. I primi due assistiti ad aver iniziato questo innovativo approccio terapeutico sono un uomo di 70 anni e un paziente più giovane di 37 anni. Entrambi affetti da forme avanzate della malattia. A tagliare questo traguardo rilevante sul fronte del miglioramento costante della qualità delle cure che l’ospedale della città dei papi è in grado di erogare ai propri cittadini assistiti, il Centro malattie neurodegenerative, diretto da Daniele Mei. Struttura incardinata all’interno dell’unità operativa di Neurologia e Utn, diretta da Nicola Falcone. «Il trattamento nel paziente più giovane – spiega Daniele Mei – assume un particolare rilievo, poiché dimostra come l’infusione sottocutanea di levodopa possa rappresentare un’opzione efficace, anche nei casi di esordio precoce della patologia, migliorando significativamente la qualità di vita e la gestione dei sintomi». L’infusione sottocutanea di levodopa, attraverso un rilascio continuo e stabile del farmaco, riduce infatti le fluttuazioni motorie. Inoltre, è stata sviluppata per rispondere alle esigenze dei pazienti che, nonostante la terapia farmacologica convenzionale, continuano a sperimentare periodi di blocco motorio e discinesie. Questo sistema di somministrazione permette un’assimilazione più costante del farmaco, contribuendo a una gestione più efficace della patologia. La nuova terapia si aggiunge alla già consolidata terapia infusionale sottocutanea con apomorfina che da tempo rappresenta un’opzione terapeutica efficace per i pazienti con fluttuazioni motorie non controllate dai farmaci orali. L’integrazione di entrambe le terapie consente ai medici di personalizzare ulteriormente il trattamento, offrendo una gestione più mirata e adattabile alle esigenze di ogni paziente. La gestione della Malattia di Parkinson, inoltre, presso la Asl di Viterbo non si basa solo sulla terapia farmacologica, ma include anche un approccio riabilitativo e fisico. L’attività motoria, specialmente se svolta in ambienti naturali, può contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti, supportando il mantenimento della mobilità e riducendo il rischio di complicanze legate alla progressione della malattia. «Il Centro malattie neurodegenerative – aggiunge il responsabile, Daniele Mei -, da questo punto di vista, opera attraverso percorsi dedicati in collaborazione con diverse unità operative specializzate nella diagnosi della patologia, degli altri parkinsonismi e delle demenze. La diagnosi in età giovanile è sempre più frequente, rendendo essenziale un approccio multidisciplinare per identificare precocemente i sintomi e adottare le strategie terapeutiche più appropriate». Per questo motivo, presso la Asl viterbese le unità operative di Diagnostica per immagini, Medicina nucleare, Medicina di laboratorio, Medicina interna con l’ambulatorio per la sincope e le disautonomie, Genetica medica e Psicologia clinica operano in maniera integrata con il Centro, seguendo le linee guida più aggiornate, al fine di garantire una diagnosi accurata e un approccio terapeutico mirato. «Il nostro reparto – commenta il direttore della Neurologia viterbese, Nicola Falcone – è costantemente impegnato a garantire ai pazienti le migliori opportunità diagnostiche e terapeutiche disponibili. L’adozione di trattamenti innovativi come l’infusione sottocutanea di levodopa rientra nella nostra strategia di cura basata sull’integrazione delle più recenti evidenze scientifiche per offrire una presa in carico completa ed efficace». «L’introduzione dell’infusione sottocutanea di levodopa nel nostro ospedale – conclude il direttore generale della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi – rappresenta un ulteriore passo avanti nella cura dei pazienti affetti da Malattia di Parkinson. . L’ospedale Santa Rosa di Viterbo si conferma un punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento delle malattie neurodegenerative, offrendo ai pazienti le soluzioni più avanzate per migliorare la loro qualità di vita». ©RIPRODUZIONE RISERVATA |