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Roma

Domani in piazza per l’Europa, anche per cambiarla bisogna esserci


ROMA – Penso ai miei figli, che da tempo si spostano nei paesi europei considerandoli come unico spazio, senza frontiere e senza barriere. Con più anni sulle spalle, invece, ricordo quando ci si spostava col passaporto e con la calcolatrice per il cambio con la valuta locale.

Che fatica, quante discussioni e quanti accordi politici in sede europea e nazionale per arrivare all’Europa di oggi. Quella in cui dovrebbe prevalere l’Unione rispetto alla singola nazione. Dovrebbe, perché in questa nuova fase invece torna a prevalere il vento contrario, quello dell’egoismo nazionale, dei confini da ripristinare e dei muri da ricostruire. Sia chiaro: questa Europa non è perfetta. Al contrario, tante cose ancora non vanno, c’è tanto da migliorare.

Ma per cambiare bisogna esserci. Per questo domani sarò in piazza a Roma alla manifestazione per l’Europa promossa dal giornalista Michele Serra e da tanti sindaci, spero insieme a tantissimi cittadini. Sarà certamente una manifestazione all’insegna della pace e contro la guerra, che i contrasti si risolvono con la forza del dialogo e del confronto politico e non con l’egoismo imposto con le armi. Le notizie, le immagini che ci arrivano dal mondo sono di caos, morte e guerre scatenate da dittature che si moltiplicano mentre i sistemi democratici arretrano.

E ci troviamo anche a fare i conti con l’America governata da Trump, da sempre paese alleato e amico, che oggi si presenta con volto ostile, ci aggredisce a colpi di dazi e giura che l’Europa d’ora in poi l’amicizia americana se la dovrà comprare a suon di dollari o altre materie preziose, le uniche cose che per Trump hanno valore.

E fa davvero male vedere il Presidente degli Stati Uniti umiliare davanti al mondo il Presidente dell’Ucraina, paese aggredito dalla Russia, e invece  mettersi tranquillamente a parlare col dittatore Putin quasi fossero due boss decisi a spartirsi il bottino. In Europa ora si discute di difesa comune, di riarmo. Si vogliono spostare centinaia e centinaia di miliardi di euro per produrre armamenti e pagare eserciti, mettendo di fatto in secondo piano le risorse per risolvere i tanti problemi che vivono i cittadini ogni giorno. C’è scontro politico, soprattutto in Italia, dove ogni forza politica, di governo e di opposizione, ha una posizione sua e diversa dalle altre. E anche nella manifestazione di domani ci saranno idee assai diverse, ma sono sicuro che tutti avranno a cuore il futuro dell’Europa, perché l’Europa siamo tutti noi.

Non ci sarà Giuseppe Conte, leader del M5S, che questa diversità di idee la considera offensiva rispetto alla sua purezza pacifista. Dimenticando che proprio lui da Presidente del Consiglio ha aumentato alla grande le spese per le armi. Non ci saranno esponenti della destra, ed è giusto così. Perché loro da sempre rivendicano e puntano sull’orgoglio nazionale, l’identità di ogni singolo paese, dove il singolo conta più dell’unione. Credo e spero ci saranno tantissimi cittadini, la gente normale, quella che ogni giorno si guadagna la giornata e pensa che le cose possano cambiare in meglio.

Anche in Europa, perché questa parte importante del mondo da tempo ha capito la lezione: chi semina odio, chi insiste sempre sulle differenze alla fine porta alla guerra. E nelle guerre, se ci fate caso, quelli che alla fine muoiono in massa sono sempre ‘semplici’ cittadini, mentre i potenti sono i primi a imboscarsi.
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