ROMA (ITALPRESS) – L’Unione Europea fa il punto sulle azioni messe in atto per raggiungere l’obiettivo ‘zero emissioni’, fissato per il 2030. La Commissione e l’Agenzia Europea dell’Ambiente hanno pubblicato il secondo rapporto ‘Zero Pollution Monitoring and Outlook’ ed il quarto rapporto ‘Clean Air Outolook’. I rapporti evidenziano che nonostante le politiche dell’Unione Europea abbiano contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico, l’uso di pesticidi ed i rifiuti di plastica in mare, i livelli di inquinamento sono ancora troppo elevati. In particolare se si parla di rilascio di microplastiche nell’ambiente, e produzione di rifiuti. In tutta Europa è migliorata la qualità dell’aria, grazie a sviluppi normativi e riduzione delle emissioni. Tuttavia, il numero di decessi causati dall’aria inquinata rimane troppo alto.
Per l’inquinamento acustico, sono necessari maggiori sforzi, in particolare nelle aree urbane, per ridurre il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per microplastiche – si legge nel report – sono necessarie ulteriori misure per affrontare questa fonte di inquinamento. I settori critici sono il tessile, i pneumatici ed i cosmetici. Quanto ai rifiuti, sono necessari maggiori sforzi, poiché la produzione di rifiuti continua ad aumentare nell’UE. Quanto all’Italia, il Belpaese eccelle nel proteggere gli ecosistemi dall’eutrofizzazione. L’obiettivo è passare dal 73% al 55% di aree critiche nel 2030.
Nel complesso, l’Europa sta andando nella giusta direzione ma la strada è ancora lunga. Tuttavia – evidenzia la Commissaria europea per l’ambiente, Jessica Roswall – permangono delle sfide, ad esempio nei settori dei trasporti e della gestione dei rifiuti. Microplastiche, inquinamento acustico e inquinanti chimici devono essere affrontati”, così come i PFAS e le sostanze chimiche usate per rimpiazzare quelle tossiche, che talvolta generano le stesse problematiche di quelle precedenti”.
/gtr
Per l’inquinamento acustico, sono necessari maggiori sforzi, in particolare nelle aree urbane, per ridurre il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per microplastiche – si legge nel report – sono necessarie ulteriori misure per affrontare questa fonte di inquinamento. I settori critici sono il tessile, i pneumatici ed i cosmetici. Quanto ai rifiuti, sono necessari maggiori sforzi, poiché la produzione di rifiuti continua ad aumentare nell’UE. Quanto all’Italia, il Belpaese eccelle nel proteggere gli ecosistemi dall’eutrofizzazione. L’obiettivo è passare dal 73% al 55% di aree critiche nel 2030.
Nel complesso, l’Europa sta andando nella giusta direzione ma la strada è ancora lunga. Tuttavia – evidenzia la Commissaria europea per l’ambiente, Jessica Roswall – permangono delle sfide, ad esempio nei settori dei trasporti e della gestione dei rifiuti. Microplastiche, inquinamento acustico e inquinanti chimici devono essere affrontati”, così come i PFAS e le sostanze chimiche usate per rimpiazzare quelle tossiche, che talvolta generano le stesse problematiche di quelle precedenti”.
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