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Salute, la campagna ‘Apri gli occhi’: poca consapevolezza della secchezza oculare

(Adnkronos) – E’ ancora troppo bassa la consapevolezza sulla malattia dell’occhio secco nella popolazione che, spesso senza saperlo, presenta già i primi sintomi. Questo l’elemento principale che emerge dai risultati della campagna ‘Apri gli occhi sulla secchezza oculare’, promossa da Alcon e conclusasi a dicembre. L’iniziativa ha coinvolto 40 specialisti tra Roma, Milano e Napoli, con oltre 550 visite gratuite pianificate. Nelle consulenze effettuate, gli esperti hanno riscontrato sintomi riconducibili alla malattia dell’occhio secco nella quasi totalità delle persone che hanno aderito all’iniziativa, sebbene coloro che dichiarano di essersi rivolti in passato a un oculista per questa problematica sono poco più della metà. In Italia – ricorda una nota – si stima che siano circa 13 milioni le persone con sintomi riconducibili alla secchezza oculare malattia, ma circa 7 milioni non si recano dall’oculista, figura chiave nella diagnosi. Dati sui quali riflettere considerando quanto emerso dalla campagna: oltre il 70% dei 3.457 utenti che hanno compilato il test di autovalutazione Osdi-6 (Ocular Surface Disease Index) sul sito aprigliocchi2024.it sono risultati idonei a una visita di controllo. I sintomi rilevati principalmente sono stati: occhi rossi, bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio e fotofobia, tutti segnali che si è in presenza della patologia. 

“La malattia dell’occhio secco è sottovalutata, non c’è la giusta percezione nella popolazione che non considera” la secchezza oculare “come malattia, ma piuttosto come un disturbo passeggero che può portare ad alcuni sintomi da gestire in modo estemporaneo – afferma Stefano Barabino, responsabile del Centro di superficie oculare e occhio secco dell’Uoc Oculistica Asst Fatebenefratelli Sacco e docente alla Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell’università di Milano – In realtà chi presenta i sintomi ha in corso un’alterazione della superficie oculare che nasconde un quadro molto più complesso. L’oculista è in grado di fare una diagnosi accurata della malattia dell’occhio secco, che, se fatta in modo tempestivo, porta a una gestione efficace con un impatto limitato sulla qualità di vita del paziente. Una visita periodica dallo specialista rappresenta un atteggiamento virtuoso da parte della popolazione che permette di preservare la salute oculare”. Esiste un sommerso che è importante intercettare e gestire tempestivamente, perché trascurare i sintomi può portare ad un peggioramento della qualità della vista. 

“Non sottovalutare i segnali iniziali dell’occhio secco è fondamentale per prevenire gravi complicazioni a lungo termine – osserva Antonio Di Zazzo, professore associato di Malattie dell’apparato visivo, Fondazione policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma – Sintomi come sensazione di corpo estraneo, bruciore e malessere agli occhi, che possono manifestarsi con stanchezza e il desiderio di tenerli chiusi verso la fine della giornata, dovrebbero essere presi seriamente”.  

Anche se tali segnali “possono apparire sporadici – illustra Di Zazzo – evidenziano la necessità urgente di consultare uno specialista. La malattia dell’occhio secco può progredire. Da una prima fase, completamente reversibile dopo un adeguato e tempestivo intervento, si passa a una condizione ancora trattabile, ma non curabile, fino ad arrivare a un terzo livello in cui la malattia diventa cronica e il trattamento farmacologico per il sollievo dei sintomi deve essere persistente ed immunomodulante. Questo rende cruciale l’agire tempestivamente per evitare che la malattia raggiunga una fase in cui si possa solo mitigare il disagio senza poter invertire il danno. Una rapida risposta ai primi segnali può decisamente cambiare l’esito del trattamento, mantenendo una migliore qualità di vita”. 

Per una gestione corretta ed efficace della malattia dell’occhio secco, è necessario creare la cultura della prevenzione che porta a un rapporto con l’oculista costante nel tempo. Controlli scadenzati permettono di preservare la salute degli occhi e di intercettare sintomi sospetti. “Le campagne di comunicazione sono fondamentali per educare il pubblico sui sintomi oculari e per incentivare l’adozione di abitudini preventive, come la visita regolare dall’oculista – rimarca Vincenzo Orfeo, a capo dell’Unità operativa di Oculistica alla Clinica Mediterranea di Napoli e professore a contratto all’università di Trieste – Spesso, sintomi apparentemente innocui come la sensazione di un corpo estraneo nell’occhio, il bruciore o la stanchezza visiva che porta a desiderare di chiudere gli occhi al termine di una giornata intensa, vengono ignorati o sottovalutati dalle persone. Questi segnali, sebbene possano apparire sporadici e di minore importanza, quando si manifestano con regolarità dovrebbero essere interpretati come campanelli d’allarme. La frequenza e la persistenza di questi sintomi – avverte – sono indicatori chiari che è tempo di consultare uno specialista. Le campagne di comunicazione giocano un ruolo imprescindibile nel trasformare la percezione di questi segnali, educando la popolazione a riconoscerne l’importanza e a reagire prontamente. L’obiettivo è promuovere un approccio proattivo verso la salute visiva, spingendo le persone a prevenire condizioni più gravi attraverso controlli regolari e tempestivi”. 

Il crescente interesse del pubblico verso le campagne che non solo offrono servizi, ma educano è evidente: oltre 9mila persone hanno scaricato la ‘mini-guida sull’occhio secco’ dal sito dell’iniziativa come ulteriore fonte di informazione. Questo notevole riscontro sottolinea l’importanza di promuovere una corretta cultura della salute. E’ un chiaro segnale che, mettere la prevenzione prima della cura, è una strategia fondamentale per costruire una società più informata e virtuosa. 

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