BOLSENA – Proseguono le operazioni di tutela e valorizzazione dell’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro a Bolsena, grazie alla collaborazione tra il servizio di archeologia subacquea della Soprintendenza dell’Etruria Meridionale e l’aliquota carabinieri subacquei di Roma. Le attività, che si sono svolte nelle scorse settimane, mirano a mettere in evidenza e a pulire alcune aree dell’antico sito, in preparazione all’apertura del percorso subacqueo, resa possibile grazie ai fondi del Pnrr-Caput Mundi. Nonostante le difficili condizioni, con la scarsa visibilità tipica di questo periodo dell’anno e la temperatura fredda dell’acqua (8-9 gradi), il lavoro congiunto ha permesso di ottimizzare i tempi per la pulizia del fondale, la documentazione e lo scavo, garantendo al contempo la sicurezza degli operatori tramite l’utilizzo di attrezzature specialistiche. rifiuti accumulati sul fondale, un intervento fondamentale per restituire l’aspetto originario dell’area. Inoltre, sono stati asportati alcuni strati di limo di superficie in specifiche zone, allo scopo di far emergere la superficie antica ancora ben conservata. Un lavoro che ha richiesto l’impiego di una sorbona a bassa potenza, per evidenziare il vasellame ancora conservato e le travi in legno appartenenti alle strutture crollate nel IX secolo a.C. Un altro aspetto rilevante delle operazioni è stato il recupero di numerosi reperti in metallo, rinvenuti tra i resti delle antiche abitazioni. Tra questi, anellini, elementi per la filatura, aghi e raccolti per quadranti, che sono stati messi in sicurezza per prevenire azioni illecite e contribuire alla salvaguardia di uno dei contesti archeologici più importanti e ben conservati della prima età del Ferro in Italia. A supporto delle operazioni, è stata fondamentale anche l’assistenza in superficie, fornita dalla motovedetta dei carabinieri della stazione di Bolsena. Il supporto della motovedetta ha garantito il corretto svolgimento delle operazioni di tutela e documentazione, rendendo possibile una gestione efficace di questo prezioso patrimonio. Le attività di tutela e valorizzazione del Gran Carro si configurano come un impegno congiunto che non solo preserva un sito di grande rilevanza storica e culturale, ma apre anche la strada alla fruizione del patrimonio archeologico da parte del pubblico, permettendo a chiunque di scoprire uno degli insediamenti protostorici sommersi più significativi d’Italia. Un progetto che promette di arricchire ulteriormente l’offerta turistica della Tuscia e di valorizzare la storia millenaria di questa terra. ©RIPRODUZIONE RISERVATA |