A presentarla, come prima firmataria, è la deputata del Movimento 5 Stelle, Patty L’Abbate: “Azioni concrete per un Blue Deal italiano, concordate dopo vari tavoli di lavoro con quelle imprese che gestiscono e lavorano con l’acqua”.
Una proposta di legge per la gestione sostenibile delle risorse idriche e per la lotta alla siccità, in un Paese come l’Italia dove l’acqua sta diventando un bene sempre più prezioso e meno disponibile. A presentarla, in qualità di prima firmataria, la deputata del Movimento 5 Stelle Patty L’Abbate, che punta a introdurre misure concrete per una gestione più consapevole e responsabile dell’acqua, specialmente in un contesto dove i cambiamenti climatici ne mettono sempre più a rischio la quantità e la qualità.
“Abbiamo lavorato per un anno e dopo i vari tavoli di lavoro sono riuscita a mettere a punto questa proposta di legge che tra i contenuti ha ciò che viene chiesto da chi, in Italia, gestisce e lavora con l’acqua. Principalmente, proponiamo un fondo che abbiamo chiamato Blue Deal italiano, ispirato a quello che in Europa c’è già dal 2023. All’interno devono chiaramente esserci gli incentivi che possano creare una serie di azioni per ridurre lo spreco d’acqua” – ha spiegato l’onorevole Patty L’Abbate – “Noi cerchiamo di raccogliere il più possibile, ad esempio, l’acqua piovana, ma non possiamo fare più di tanto. Ciò che invece possiamo fare è contrastare gli sprechi e i certificati blu sono un meccanismo di certificati negoziabili, simili ai certificati bianchi su cui abbiamo già lavorato. Sono accettati da vari stakeholder e possono essere introdotti, la novità è che non sono obbligatori, ma facoltativi e supportati da un fondo creato dal nostro governo“.
“Questo perché non possiamo far pesare tutto sia sulle imprese produttive che sull’agricoltura. E soprattutto, non possiamo far gravare il problema dell’acqua sui cittadini che alla fine sono sempre coloro che vengono chiamati in prima persona e dovrebbero ridurre le ore di acqua utilizzata” – ha aggiunto la deputata del Movimento 5 Stelle – “Se l’agricoltura consuma il 70% della risorsa idrica, e l’industria ne consuma il 20%, noi ci rivolgiamo a loro e puntiamo a creare un mercato gestito di certificati per rivalutare questa risorsa“.
“La risorsa idrica è sempre più preziosa e lo è ancora di più in un’Italia che ha una percentuale di perdite di acqua nelle condutture compresa tra il 36% e il 60-70%. Solo questo dato, vuol dire tantissimo. L’altro dato innegabile è che i cambiamenti climatici stanno riducendo la disponibilità idrica e quindi la proposta di legge punta non solo a discutere del problema, ma anche a dare possibile soluzioni” – il commento di Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei deputati e secondo firmatario della proposta di legge – “Una soluzione, ad esempio, è utilizzare le acque reflue, ovviamente a determinate condizioni, per l’irrigazione. Questo è già un tema da affrontare. Occorre anche abituare il sistema produttivo a ridurre la quantità d’acqua utilizzata, e il sistema dei certificati blu, come già avviene con l’energia, prevede di premiare le aziende che consumano meno acqua, che mettono in atto tecniche produttive virtuose e che magari godono anche di un brand certificato dallo Stato che garantisca un marketing economico per un’impronta ecologica molto migliore rispetto ad altri soggetti“.
“La nostra proposta di legge contiene azioni concrete a favore delle aziende, dei territori e dei cittadini. Questo si può fare considerando anche una cosa: siamo uno dei Paesi al mondo con la maggior quantità di acqua per uso potabile o per uso irriguo, eppure ne soffriamo. Penso alla Sicilia, alla Calabria, alla Campania…” – ha aggiunto l’onorevole Sergio Costa – “Se ne abbiamo tanta, perché non metterci nelle condizioni di poterla utilizzare al meglio ed evitare di impreziosire le tasche di coloro che ci vogliono lucrare? Perché poi rimane, ricordiamolo, una necessità e un bisogno per tutti i cittadini“.
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