TRENTO- Un anno per ricordare quanto grande è il rischio di restare senza ghiacciai. Le Nazioni Unite hanno designato il 2025 come ‘Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai’. Un anno per sensibilizzare sul ruolo essenziale che hanno nel sistema climatico e idrologico globale. Per ‘ri-accorgersi’, insomma, di quanto non se ne possa fare a meno. A questo sforzo partecipa il Muse, il Museo delle scienze di Trento: da marzo a dicembre, insieme ad una serie di partner culturali ed economici, propone un programma di eventi, mostre, laboratori, giornate a tema, conferenze. Tutto “per conoscere il mondo dei ghiacciai e comprendere il loro valore per il nostro futuro”.
ECCO QUELLO CHE SUCCEDERÀ SE I GHIACCIAI SI ‘ESTINGUONO’
A causa dell’innalzamento delle temperature la loro fusione accelera sempre di più. E lo scioglimento dei ghiacciai impatta sull’ecosistema, sulla biodiversità e sulle economie locali. Oggi, i ghiacciai ricoprono circa il 10% della superficie terrestre e ospitano una biodiversità unica: se sparissero i ghiacciai, rischia l’estinzione. Ma la loro scomparsa influenzerà anche la disponibilità di acqua dolce, comprometterà gli habitat montani e avrà ripercussioni dirette su turismo, agricoltura, pastorizia e produzione di energia idroelettrica. “I ghiacciai sono custodi di informazioni preziose, conservano tracce del passato della Terra e segnali del suo futuro” e oggi “sono fondamentali regolatori del clima e habitat”: il loro scioglimento cambia l’ambiente, il paesaggio montano e polare. Tutte cose su cui il Muse richiama l’attenzione.
IL PROGETTO DEL MUSE, PER RIFLETTERE SUL RISCHIO DI PERDERE I GHIACCIAI
Venerdì 21 marzo alle 18 ecco quindi “Cosa rivelano gli studi sui ghiacciai e come si svolgono le ricerche in questi ambienti? Quale eredità ci lasciano i ghiacciai che scompaiono e cosa stiamo perdendo?”: in occasione della Giornata mondiale dei ghiacciai, apre il nuovo progetto di Muse Agorà dedicato alle attività di ricerca condotte sugli ambienti glaciali e sulla loro biodiversità (evento gratuito su prenotazione): testi, strumenti, reperti e contenuti multimediali faranno conoscere metodi, strumenti e risultati degli studi glaciologici, biologici e ecologici condotti sul territorio. L’esposizione stimola a riflettere sul significato più profondo della perdita dei ghiacciai. Tre video saranno proiettati su un grande ladwall: sulla fusione del ghiacciaio del Lares, nel gruppo dell’Adamello–Presanella; uno con fotografie, infografiche e didascalie su metodologie e luoghi delle ricerche effettuate dal Muse nelle Terre Alte e in relazione alla criosfera; il terzo sui cambiamenti che stanno avvenendo nelle profondità dei ghiacciai. Muse Agorà è anche uno spazio di confronto moderato da esperti del museo, dove si intrecciano voci provenienti dalla ricerca, dall’attivismo, dalla scrittura, dall’antropologia e dalla scienza: conferenze e dibattiti per conoscere i ghiacciai da prospettive tecniche, scientifiche, storiche e culturali.
I DIALOGHI SUL GHIACCIO, TRA STORIE SEPOLTE, SPIRITUALITÀ, GROTTE E ALTRO
I dialoghi sul ghiaccio iniziano il 16 aprile alle 18 con “Tra scienza e memoria: l’eredità dei ghiacciaiIl ritiro dei ghiacciai restituisce storie sepolte nel tempo”: si parlerà delle “morti bianche” della Grande Guerra e in generale dei resti umani restituiti dai ghiacciai in fusione e di come l’analisi scientifica permetta ricostruire la loro storia. Come la società si prende cura di questi ritrovamenti? Quali altre informazioni ci rilascia il ghiaccio che fonde? Un confronto tra archeologia, antropologia forense e scienza per comprendere l’eredità che il ghiaccio ci consegna.
Il 7 maggio alle 18 è la volta di “Ghiacciai e Popoli di Montagna: spiritualità e resistenza per una giustizia ambientale” (sarà presente in collegamento una rappresentante della popolazione indigena colombiana U’Wa) per esplorare il profondo legame tra umanità e ghiacciai, dalle forme di resistenza in corso sulle Alpi e sulle Ande per la difesa della montagna, fino alle tradizioni spirituali dei popoli andini e alpini. Per l’occasione sarà allestita una piccola mostra fotografica sulla popolazione U’Wa.
Il 12 maggio sempre alle 18 “Archivio di ghiaccio. Storie di clima e umanità”, un dialogo a più voci per scoprire il legame tra ghiaccio e la nostra storia evolutiva. Valter Maggi, Università di Milano–Bicocca e presidente del Comitato glaciologico Italiano, racconterà la sua esperienza di ricerca sulle carote di ghiaccio polari e alpine, preziosi archivi naturali che custodiscono tracce del passato. A partire da questi dati si spiegherà come queste informazioni aiutino a ricostruire eventi climatici e ambientali che hanno influenzato il comportamento delle comunità umane preistoriche, con particolare riferimento al contesto alpino.
Il 25 giugno 2025 (ore) 18, “Voci dai ghiacciai. Segnali di un pianeta che cambia”: su come sta cambiando la montagna e si rispondendo, come individui e come comunità alla perdita dei ghiacciai.
Il 15 ottobre (ore 18) c’è “Esplorando il sottosopra. Grotte di ghiaccio e ghiacciai in grotta” sulla biodiversità e le caratteristiche degli affascinanti e ancora poco conosciuti ambienti delle grotte di ghiaccio e dei ghiacciai in grotta. Questi ecosistemi presentano caratteristiche geologiche e ambientali uniche. Attraverso immagini, dati scientifici e testimonianze dirette, l’incontro offrirà uno sguardo inaspettato su questi ambienti, rivelandone il fascino e l’importanza scientifica e culturale.
Il 22 ottobre (alle 18) sarà la volta di “Ghiacciai e acqua dolce: prospettive future”. Dalle Alpi all’Himalaya, un viaggio per comprendere come il cambiamento climatico stia ridisegnando la disponibilità di acqua dolce. Il progressivo ritiro dei ghiacciai, accelerato dall’aumento delle temperature globali, sta infatti riducendo drasticamente le riserve di acqua di fusione glaciale, mentre eventi climatici estremi, come siccità prolungate e precipitazioni irregolari, aggravano ulteriormente la crisi idrica. Questi cambiamenti minacciano non solo la sopravvivenza delle comunità montane e di valle che dipendono da questa risorsa, ma anche le economie locali, aumentando il rischio di instabilità sociale e conflitti per l’accesso all’acqua.
Il 5 novembre (alle 18) ecco “Vite al limite: la biodiversità dei ghiacciai”. Nell’immaginario comune un ghiacciaio è considerato un ambiente estremo, inospitale. In realtà i ghiacciai sono un ecosistema popolato da diversi organismi, adattati a vivere sul ghiaccio e dal quale dipendono. La rapida scomparsa dei ghiacciai sta ponendo a serio rischio di estinzione questa esclusiva biodiversità.
Infine: nell’anno internazionale dedicato ai ghiacciai, da un’idea del Trento Film Festival, il Mart e il Muse, insieme allo stesso Festival, uniscono le forze e portano in Trentino il nuovo grande progetto espositivo di Sebastião Salgado sui ghiacciai. Con la direzione artistica di Lélia Wanick Salgado, a cura di Gabriele Lorenzoni (Mart) e Luca Scoz (MUSE), la mostra è prodotta in collaborazione con Contrasto e Studio Salgado. Tra gli artisti più noti del mondo, fotografo, attivista e umanista, nel corso della sua lunga carriera Sebastião Salgado ha raccontato profondi cambiamenti sociali, ambientali ed economici, dando voce agli ultimi del pianeta. In anni recenti ha dedicato centinaia di scatti a uno degli ambienti naturali più suggestivi e allo stesso tempo uno degli ecosistemi più a rischio: quello delle nevi perenni.
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