660 milioni di dollari di danni da rimborsare a una compagnia petrolifera, tale è il risarcimento a cui è stata condannata Greenpeace nei confronti di Energy Transfer per una campagna condotta tra il 2016 e il 2017 contro un oleodotto del gruppo nel Nord Dakota. La cifra è tale da mettere in discussione la stessa esistenza dell’organizzazione.
Greenpeace, che ha già annunciato che farà appello, ha subito affermato che si è trattato di una causa temeraria ovvero una causa senza basi di diritto intentata al solo scopo di intimorire le Ong e farle desistere da organizzare proteste. La richiesta di Energy Transfer era stata di 300 milioni di dollari. “Questo verdetto farà sì che le multinazionali dei combustibili fossili ora cercheranno, con ancora più forza e arroganza, di negare la libertà di parola e impedire le proteste pacifiche. Ma la lotta di Greenpeace contro l’infondata azione legale di Energy Transfer non finisce qui”, assicura L’ong. Greenpeace sostiene di non avere organizzato le proteste volute dalle comunità originarie contro l’oleodotto Dakota Access.
BIG NEWS: A jury has reached a verdict that Greenpeace entities are liable for over $660 million in damages in our trial against Big Oil company Energy Transfer.
This is far from over. We’re going to appeal. And we’re prepared to fight this all the way to victory. pic.twitter.com/haO9BW4tvT
— Greenpeace USA (@greenpeaceusa) March 20, 2025
“Stiamo assistendo al pericoloso ritorno degli stessi comportamenti che hanno alimentato la crisi climatica, acuito le disuguaglianze sociali e ambientali e anteposto i profitti dei combustibili fossili alla salute pubblica e a un pianeta abitabile. La precedente amministrazione Trump aveva passato quattro anni a smantellare le politiche di protezione dell’aria e dell’acqua e la sovranità indigena. Ora insieme ai suoi alleati vuole finire il lavoro zittendo ogni forma di protesta pacifica. Non ci tireremo indietro. Non ci faremo mettere a tacere”, dichiara Mads Christensen, direttore esecutivo di Greenpeace International.
In risposta alla querela temeraria di Energy Transfer negli Stati Uniti, nel febbraio 2024, Greenpeace ha presentando un’azione legale presso un tribunale dei Paesi Bassi contro l’azienda statunitense.
“Energy Transfer non ha scritto l’ultima parola su di noi in questa battaglia, abbiamo appena iniziato la nostra azione legale anti-SLAPP contro i suoi attacchi alla libertà di parola e alle proteste pacifiche. Porteremo Energy Transfer in tribunale a luglio nei Paesi Bassi. Non ci fermeremo”, dichiara Kristin Casper, consigliere generale di Greenpeace International.
You can’t sue a rainbow
No matter what happens in any courtroom – our global intersectional climate movement will only keep growing stronger and louder #WeWillNotBeSilenced
The fossil fuel industry is desperate to silence and divide us — but we will always defend the… pic.twitter.com/l3GmFmkHZr
— Greenpeace International (@Greenpeace) March 20, 2025
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