In occasione del Meat Out Day, cioè della Giornata mondiale senza carne, gli ambientalisti ribadiscono l’importanza di pasti privi di proteine di origine animale.
Stop, almeno per 24 ore, ad arrosticini di pecora, bistecche di maiale e cotolette di pollo. In occasione del Meat Out Day, cioè della Giornata mondiale senza carne, in calendario ogni 20 marzo, gli ambientalisti ribadiscono l’importanza di pasti privi di proteine di origine animale.
Già oggi, secondo un sondaggio condotto da OpinionWay per Good Food Institute Europe, in Italia, oltre un cittadino su due porta in tavola meno hamburger, meno polpette e meno salsicce. Ancora troppo alto, però, a detta del Centro di ricerca alimenti e nutrizione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il consumo medio di carne giornaliero tra gli adolescenti (143 grammi) e gli adulti (124 grammi).
Basso, anzi, bassissimo, invece, l’utilizzo medio di legumi giornaliero (9 grammi), nonostante le raccomandazioni della Fondazione Veronesi. Non a caso, secondo gli ultimi studi scientifici, ceci, lenticchie e fagioli, oltre a rispettare l’ambiente, contengono proteine, fibre e vitamine per ridurre di parecchio il rischio di diabete, infarto e tumore.
Meno carne significa oltretutto meno animali negli allevamenti intensivi soliti produrre, soltanto in Italia, oltre due terzi delle emissioni di ammoniaca responsabili della formazione delle polveri sottili. Un vero e proprio dramma soprattutto nella Pianura Padana considerata la “camera a gas dell’Europa” con l’aria pericolosa per la salute umana.
Inoltre, almeno 105 gli esseri senzienti risparmiati ogni anno, secondo Animal Charity Evaluators, per ogni persona passata al veganismo. Una filosofia che, a detta di Essere Animali, attraverso il sito web IoScelgoVeg, è necessaria per un pianeta Terra più sano, più sicuro e più sostenibile.
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