A portarla in Parlamento europeo sono stati Alessandro Lepidini, portavoce dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore, e gli europarlamentari Ignazio Marino (AVS) e Dario Tamburrano (M5S).
Una petizione popolare contro il futuro termovalorizzatore di Roma che è arrivata fino a Bruxelles. Presentata dall’Unione dei Comitati contro l’inceneritore, e giunta in Parlamento europeo anche grazie all’impegno di Ignazio Marino (europarlamentare Alleanza Verdi-Sinistra) e Dario Tamburrano (europarlamentare Movimento 5 Stelle), la petizione ha ottenuto un primo riconoscimento istituzionale. Pur non avendo poteri esecutivi o legislativi, la Commissione petizioni del Parlamento europeo ha accolto i dubbi sulle dimensioni e su alcune caratteristiche del futuro impianto.
L’Unione dei Comitati: “Campidoglio smentito a Bruxelles”
“Sulla base degli argomenti da noi sostenuti, l’esame della petizione popolare richiede approfondimenti specifici che chiariscano le criticità sollevate. In primo luogo, la Commissione petizioni del Parlamento europeo ha confermato che la procedura di pre-infrazione del 2019, sulla gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio, è ancora aperta: così, a distanza di due anni, arriva una smentita indiretta dell’annuncio trionfalistico di Gualtieri che, in occasione della visita a Roma dell’allora commissario europeo all’Ambiente, sbandierava di aver ricevuto dalla Commissione l’ok all’impianto. Al contrario, proprio sul progetto, è emersa grande attenzione della Commissione Ue specialmente sul dimensionamento e sembrerebbe anche sulla classificazione” – si legge in una nota dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore – “L’invito a partecipare alla prossima consultazione pubblica sulle procedure ambientali autorizzative smentisce quanto fatto trapelare dal Campidoglio di una Valutazione di impatto ambientale fatta ‘in house’, in forza dei poteri speciali, e conferma quindi che le procedure ambientali di derivazione europea sono ancora tutte da avviare. Nel successivo dibattito in commissione, abbiamo particolarmente apprezzato gli interventi di grande sostanza degli europarlamentari Ignazio Marino e Dario Tamburrano, il cui apporto qualitativo ha sicuramente contribuito all’importantissimo risultato di ieri“.
“Il ruolo di Gualtieri in conflitto di interessi”
“È però nella replica che arriva l’affondo decisivo del rappresentante dell’Unione dei Comitati quando, in conclusione di seduta, ha sollevato il conflitto di interessi del commissario Gualtieri, che riveste, nello stesso tempo, la ‘funzione di governo’ tanto dell’autorità procedente quanto di quella competente nella gestione delle procedure autorizzative ambientali che dovranno essere avviate” – aggiunge l’Unione dei Comitati contro l’inceneritore – “Trascorsi i primi tre mesi del Giubileo con le procedure ambientali ancora da avviare, la data di ieri segna il nuovo punto di partenza della nostra mobilitazione che ci vedrà impegnati nel riportare le nostre istanze di giustizia ecologica in ogni sede istituzionale perché chi decide per la condanna di tutto un territorio non potrà continuare a nascondersi per sempre nelle comode stanze del palazzo“.
Marino: “Quell’impianto un grave errore”
“È evidente che ciò che sta accadendo potrebbe portare a una nuova infrazione, come quella che trovai io a Roma nel 2013 a causa della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa” – ha spiegato Ignazio Marino, già sindaco di Roma e oggi parlamentare europeo per Alleanza Verdi-Sinistra – “Se si procede, come vorrebbe il sindaco Gualtieri, nella realizzazione di un impianto sovrastimato di 600 mila tonnellate all’anno, si arriverà nel 2050 a dover conferire ancora, per obblighi contrattuali, centinaia di migliaia di tonnellate a quell’inceneritore. Superando così di altri 12 anni il limite della neutralità rispetto alle emissioni di CO2. Questo non è accettabile, e lo dico da medico: meglio prevenire un errore così grave che dover rimediare poi“.
Lepidini: “Finalmente attenzione sul caso anche in Ue”
“Finalmente, un soggetto importante come la Commissione petizioni del Parlamento europeo ha deciso di scrivere alle autorità italiane perché in questo momento viviamo una situazione per cui c’è sostanzialmente un conflitto di interessi. Il sindaco di Roma, commissario di governo, fa e disfa qualsiasi cosa in materia di rifiuti senza che noi possiamo appellarci a norme perché la disposizione gli ha attribuito poteri quasi illimitati” – il commento di Alessandro Lepidini, portavoce dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore – “Deve rispettare la legge penale, il codice Antimafia, e poco altro. Per il resto, il diritto europeo in materia di ambiente e rifiuti, o anche quello degli appalti pubblici, come ha ricordato bene Dario Tamburrano. L’europarlamentare del M5S ha anche fatto un’interrogazione parlamentare sul caso di un appalto da 11 milioni di euro che è stato aggiudicato senza gara europea“.
Palmieri: “Nessuna censura Ue sul termovalorizzatore”
A stretto giro, dopo le dichiarazioni di Ignazio Marino e Alessandro Lepidini da Bruxelles, è arrivata la replica di Giammarco Palmieri. “Basta falsità, sul termovalorizzatore non c’è nessuna censura dell’Ue ma una semplice lettera della Commissione petizioni del Parlamento europeo dopo la petizione dei comitati che si oppongono. Come è noto, il commissario europeo all’Ambiente ha più volte elogiato il piano rifiuti di Roma e la realizzazione dei nuovi impianti, compreso il termovalorizzatore” – si legge in una nota del presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale – “L’impianto rispetta le norme europee e gli obiettivi più avanzati di economia circolare, oltre al superamento delle discariche. La Commissione petizioni non ha alcun poter esecutivo né legislativo: Roma Capitale sarà ben lieta di rispondere come sempre ai suoi quesiti, ma ciò non interferisce in alcun modo con la procedura per realizzare il termovalorizzatore, che va avanti come previsto, senza problemi“.
Zuccalà (M5S Lazio): “Interrogazione a Rocca”
Intanto, però, dopo la petizione giunta al Parlamento europeo, il Movimento 5 Stelle si è mobilitato in Regione Lazio. “Un passo importante che mette in discussione l’operato di Gualtieri e del suo mostruoso progetto. Anche in Regione Lazio, presentiamo oggi un’interrogazione al presidente Rocca in cui chiediamo a che punto è la valutazione tecnica sulla possibilità di istituire un’area di salvaguardia ambientale in zona Santa Palomba. Questo potrebbe bloccare definitivamente la realizzazione dell’inceneritore” – ha spiegato Adriano Zuccalà, capogruppo M5S in Regione – “È tempo di dare risposte alla cittadinanza: è inaccettabile che la Regione non prenda una posizione chiara e trasparente su un progetto che metterebbe a rischio la salute ambientale e umana dei territori interessati per i prossimi 30 anni, e comprometterebbe irrimediabilmente la possibilità di una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti in tutto il Lazio“.
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