(Adnkronos) – “Il Papa ha avuto una grave polmonite, come succede spesso in questi casi alcuni di questi germi rimangono – i cosidetti colonizzatori – nelle vie aeree, miceti in particolare per il Papa, e le cure durano mesi con terapie in compresse. Molti di questi pazienti che hanno la polmonite bilaterale hanno necessità di ossigeno e il Papa continuerà anche a Santa Marta. E questo succede spesso, abbiamo migliaia di persone assistite in queste condizione in Italia. Per loro, come per il Santo Padre, c’è uno scadimento generale del fisico, dal punto di vista motorio con una perdita muscolare e di peso. Ora per il Papa si avvia verso questa fase di riabilitazione e convalescenza che, hanno sottolineato i medici, sarà di due mesi. E’ una prospettiva importante, dovrà riguardarsi, lavorare il giusto, meglio non ricevere troppe persone e nessun viaggio all’estero”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Claudio Micheletto, direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona e presidente dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo), commentando la conferenza stampa al Policlinico Gemelli dei medici che hanno curato il Papa.
“Nei casi come quello del Papa si fanno 3-4 scalini verso il basso e non sempre si torna indietro. E’ lucido e orientato, ma già non aveva una grandissima mobilità – avverte Micheletto – che torni come prima è difficile. Si è parlato della voce, ma per parlare serve energia e fiato è normale che dopo quello che avuto ci voglia del tempo. Si rimane debilitati ma questo non vuole dire che abbia deficit neurologici perché parla non come prima. Ha avuto episodi importanti di insufficienza respiratoria, il ritorno allo status precedente riguarda persone più giovani e senza comorbidità come ha invece il Papa. I due mesi di convalescenza sono importanti e vedremo sicuramente altri piccoli miglioramenti”.