In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Pesca, ruolo di primo piano per l’Italia in Europa; 2) Aviaria, la FAO lancia un allarme per rafforzare la sicurezza; 3) Svelata l’origine delle arance rosse; 4) Ismea, il vino italiano segna il record di 8 miliardi di euro di export
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Pesca, ruolo di primo piano per l’Italia in Europa: Un settore cruciale per l’Italia e per l’Europa, tra sfide globali e politiche di tutela: questo il tema al centro del convegno che si è svolto a Roma e che ha visto protagonisti il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, Costas Kadis. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra istituzioni italiane ed europee, con la partecipazione degli assessori regionali alla pesca e dei principali rappresentanti del comparto ittico nazionale. Al centro del dibattito, temi chiave come la sostenibilità ambientale, la difesa delle marinerie italiane e la competitività delle imprese del settore. Nel suo intervento, Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di un’Europa capace di tutelare la propria sovranità alimentare, garantendo un equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia delle risorse marine. Il Commissario europeo Costas Kadis ha riconosciuto il ruolo di primo piano dell’Italia nella gestione delle politiche ittiche nel Mediterraneo.
2) Aviaria, la FAO lancia un allarme per rafforzare la sicurezza: La rapida diffusione del virus altamente contagioso dell’influenza aviaria ha colpito milioni di polli in tutto il mondo, causando ingenti perdite economiche e mettendo a rischio la sicurezza alimentare, per questo, è necessario rafforzare la biosicurezza, il monitoraggio, la sorveglianza, i meccanismi di risposta rapida e la comunicazione del rischio, per salvaguardare il settore avicolo e proteggere i mezzi di sussistenza e le economie. È l’avvertimento della FAO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha organizzato un incontro sul tema nel suo quartier generale di Roma. Negli ultimi 4 anni c’è stato un cambiamento nell’aviaria in termini di diffusione geografica, con un aumento del contagio sui mammiferi e ingenti perdite di uccelli domestici, con un impatto sulla sicurezza alimentare e un aumento dei prezzi dei prodotti avicoli. Un gran numero di uccelli selvatici ha ceduto alla malattia, danneggiando la biodiversità con almeno 300 nuove specie colpite dal 2021 a oggi. A inizio 2025 negli allevamenti italiani si contavano oltre 50 focolai. Con la diffusione dell’aviaria – ha spiegato il vicedirettore generale della FAO, Godfrey Magwenzi, sono possibili «gravi impatti sulla sicurezza alimentare e sull’approvvigionamento alimentare, tra cui la perdita di preziose sostanze nutritive, posti di lavoro e reddito nelle zone rurali, shock alle economie locali e costi crescenti per i consumatori». L’influenza aviaria, evidenzia la FAO, ci pone davanti ad alcune sfide, in primis proteggere i sistemi di produzione avicola per garantire la sicurezza alimentare e la nutrizione dei milioni di persone che dipendono dal pollame per carne e uova. Secondo la vicedirettrice generale della Fao, Beth Bechdol, si tratta di un problema transfrontaliero che richiede una risposta globale e coordinata: «La Fao è in prima linea nell’affrontare questo virus da oltre 20 anni, supportando i governi nell’individuazione, prevenzione e risposta alle epidemie. Lavorando insieme possiamo ridurre l’impatto dell’influenza aviaria e proteggere la salute degli animali e degli esseri umani». A tal fine la FAO e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) hanno lanciato una Strategia globale decennale per la prevenzione e il controllo dell’influenza aviaria ad alta patogenicità.
3) Svelata l’origine delle arance rosse: Grazie al sequenziamento del genoma di 20 varietà di arance siciliane sono state individuate quelle mutazioni in grado di svelare l’origine, l’evoluzione e la differenziazione delle arance, utili per la tracciabilità genetica delle arance a polpa rossa, quali Moro e Tarocco. Lo studio, effettuato dal CREA Olivicoltura Frutticoltura Agrumicoltura di Acireale grazie all’ampio patrimonio agrumicolo disponibile nelle sue collezioni, è stato pubblicato sulla rivista internazionale The Plant Genome. Le analisi, effettuate su 20 tipologie di arancio dolce, hanno consentito di individuare le mutazioni in grado di differenziarle le une dalle altre, identificando i marcatori che contribuiscono a svelarne l’origine e la diversificazione: dati alla mano, l’origine della arance pigmentate potrebbe risalire a un gruppo specifico di arance bionde comuni. Lo studio, quindi, consente di delineare l’evoluzione e la storia delle arance pigmentate. I nuovi marcatori individuati rappresentano un sistema per la tracciabilità di piante e frutti delle varietà Tarocco e Moro. Queste arance con il passare del tempo, accumulano spontaneamente mutazioni nel proprio DNA, rendendosi quindi geneticamente diverse dai campioni sequenziati all’inizio e da cui erano state identificate le mutazioni.
4) Ismea, il vino italiano segna il record di 8 miliardi di euro di export: L’export vinicolo italiano ha superato nel 2024 il traguardo degli 8 miliardi di euro di fatturato, esportando oltre frontiera quasi 22 milioni di ettolitri. Il nuovo record è stato raggiunto anche grazie alla corsa alle scorte di vino negli Stati Uniti, a causa della minaccia di dazi sui prodotti made in Europa da parte del Presidente Trump. Secondo le elaborazioni ISMEA sui dati ISTAT, a trainare le vendite sui mercati internazionali sono state, ancora una volta, le bollicine, che rappresentano oggi il 25% dell’export in volume e il 20) del valore maturato sui mercati esteri. I dati, evidenziano poi una crescita sostenuta per i vini a denominazione di origine protetta (DOP), che chiudono l’anno con un incremento del 6,5% in valore e del 7,6% in volume, grazie anche al contributo positivo dei vini fermi. Aumento moderato invece per gli IGP che registrano un +1,3% in valore, +2,8% in volume, mentre i comuni subiscono una contrazione di quasi il 7% in quantità. Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione del vino tricolore, rappresentando nel 2024 il 24% del fatturato complessivo maturato all’estero. Le esportazioni verso la Germania, secondo mercato di riferimento, crescono in valore di quasi il 4%, ma cedono a volume mentre avanzano ma a passo moderato le esportazioni verso il mercato britannico (+1% a valore, +2% a volume). Crescono anche le vendite in Canada, al quarto posto tra i principali clienti (+15,3% il fatturato, +4% gli ettolitri) e in Russia, che nell’intera annata trascorsa ha incrementato gli acquisti di vini e spumanti italiani di oltre il 40% sia a valore che a volume.
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