Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme, e con Almaviva in qualità di main partner, hanno organizzato il convegno “Acqua e Agricoltura: politiche e strumenti per innovazione ed efficienza” a Roma, a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti.
Circa 4 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, devono far fronte ad una scarsità idrica grave almeno per parte dell’anno, 3,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari e 2,2 miliardi ad acqua potabile gestiti in sicurezza. Questa la drammatica situazione globale fotografata nell’edizione 2022 dello UN-WWDR.
Oggi, nell’Anno internazionale dedicato dalle Nazioni Unite alla conservazione dei ghiacciai, i riflettori vengono puntati proprio sulle montagne e i ghiacciai, spesso definiti “torri d’acqua” del mondo, che stanno diventando sempre più vulnerabili alla crisi climatica e alle attività umane non sostenibili, mettendo in pericolo le risorse idriche da cui dipendono miliardi di persone e innumerevoli ecosistemi.
Sono 33 i milioni di km2 della superficie terreste occupati dalle montagne e ospitano oltre 1,1 miliardi di persone, mentre altri 2 miliardi vivono a valle e dipendono dalle riserve idriche naturali fornite dallo scioglimento dei ghiacciai. Le foreste coprono circa il 40% delle aree di montagna e svolgono funzioni di protezione contro calamità naturali grazie alla stabilizzazione dei pendii più ripidi, alla regolazione dei flussi verso gli acquiferi, alla riduzione del deflusso superficiale e dell’erosione del suolo e alla mitigazione del rischio di frane e inondazioni.
È quanto emerge, in estrema sintesi, dal Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2025 con focus su “Montagne e ghiacciai: torri d’acqua”, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP in collaborazione con Acquedotto Pugliese, G.M.T., E.P.M., CiviSmart e AVR Associazione italiana produttori Valvole e Rubinetti federata Anima Confindustria presentato questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno “Acqua e Agricoltura: politiche e strumenti per innovazione ed efficienza”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP, con Almaviva in qualità di main partner, con la media partnership di Rai Radio 1 e con event partner Acea, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.
In occasione dell’evento, com’è tradizione, è stato presentato il Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” giunto alla XV edizione, con focus su Acqua, agricoltura e crisi climatica, realizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi in collaborazione con Coldiretti, ANBI e Fondazione Campagna Amica.
Da quest’ultimo report emerge che gli italiani sono particolarmente preoccupati dal rischio alluvioni e dal rischio siccità considerando (85%) gli effetti del cambiamento climatico un problema urgente da affrontare anche per tutelare gli agricoltori, custodi del territorio e della nostra sicurezza alimentare. Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di lunghi periodi siccitosi, sempre più frequenti, il 77% ritiene necessario realizzare nuovi invasi ma favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico, unitamente all’elaborazione di piani di adattamento specifici per il settore agricolo e investimenti in innovazione tecnologica, non escludendo la possibilità di garantire sussidi agli agricoltori. La proposta di istituire meccanismi incentivanti il risparmio idrico come i certificati blu, anche in agricoltura, è sostenuta dal 69% degli italiani, con alte percentuali di apprezzamento al Sud (76%). Ben l’81% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui (item in crescita del 9%), soprattutto a garanzia del risparmio idrico, mentre, per il 66%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione.
L’incontro è stato aperto dal saluto di Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale Coldiretti): “Cinque anni fa abbiamo lanciato la proposta di un piano di invasi con sistemi di pompaggio per generare energia elettrica, con l’obiettivo di affrontare un problema, quello della mancanza di risorse idriche, che sta diventando purtroppo un fenomeno strutturale, per l’agricoltura ma anche per i cittadini, con molti comuni delle aree interne e del Centro Sud dove la presenza delle autobotti per rifornire di acqua potabile è ormai una consuetudine. È ora di capire che non possiamo più limitarci a inseguire le emergenze. Serve adottare una strategia che, oltre alla realizzazione di nuovi invasi, comprenda la manutenzione dei corsi d’acqua e una più efficiente distribuzione delle risorse idriche. Solo così potremo affrontare le sfide del clima rispetto a fenomeni che negli ultimi tre anni sono costati 20 miliardi di euro all’agricoltura italiana”.
Hanno fatto seguito gli interventi introduttivi di:
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood contro l’agropirateria e in difesa del made in Italy): “Drammatiche alluvioni, prolungate siccità e inquinamento delle acque dolci richiamano l’attenzione sull’urgenza di realizzare iniziative per un uso più intelligente e sostenibile della risorsa acqua. Un percorso che interessa Istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria e tutti i settori produttivi. Lo UN-WWDR 2025 mette in guardia sugli impatti presenti e futuri di tali fenomeni: la tutela delle acque di montagna è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare ed energetica rinnovabile a miliardi di persone. A giudizio degli italiani, come evidenzia anche il Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, Istituzioni e amministrazioni locali dovrebbero contribuire a facilitare l’adozione di sistemi che favoriscano l’efficientamento idrico in agricoltura. Parliamo di infrastrutture tecnologiche abilitanti, semplificazione burocratica e fattori premianti. La proposta rilanciata al Governo è quella di istituire meccanismi di incentivi al risparmio idrico, come i certificati blu, al fine di promuovere innovazione e applicazione delle migliori soluzioni tecniche di efficientamento idrico per l’approvvigionamento e per gli usi agricoli e industriali”.
Fulvio Conti (Director Customer Project Management, Almaviva): “Diventa strategico integrare la filiera irrigua nel processo di digitalizzazione che ha investito il Sistema Idrico Integrato. Il Gruppo Almaviva è sicuramente oggi il player più competente che può affrontare questa sfida grazie alla conoscenza dei dati agricoli, alla competenza ingegneristica/idraulica e alla pluralità di tecnologie da poter applicare. La nostra piattaforma permette una gestione integrata, con un unico punto di accesso a tutte le informazioni rilevanti per la gestione della rete e dei fabbisogni e abilita i Consorzi a prendere decisioni consapevoli che li accompagnano nell’adozione di pratiche agricole sostenibili”.
Tommaso Foti (Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di coesione) nell’intervento di indirizzo ha dichiarato: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria opportunità per la nostra Nazione anche nell’ambito della rivoluzione verde e della transizione ecologica, a cui è dedicata la Missione 2 del PNRR. Complessivamente la dotazione di investimenti dedicati agli interventi di potenziamento e resilienza delle reti e di contrasto della dispersione idrica ammonta a 5,4 miliardi di euro, ripartiti su quattro misure: sicurezza dell’approvvigionamento idrico; migliore gestione delle acque di scarico; uso irriguo della risorsa idrica; implementazione della dotazione di contatori di terzo e quarto livello, con l’obiettivo di misurare il volume d’acqua utilizzato e limitare sprechi e usi non autorizzati. Questi investimenti non solo migliorano la gestione dell’acqua, ma contribuiscono a rendere la nostra agricoltura da un lato sostenibile e dell’altro resiliente di fronte ai cambiamenti climatici. Ulteriori investimenti, poi, sono previsti nell’ambito dei Programmi finanziati dai Fondi Strutturali Europei che contribuiscono al settore idrico con 1,7 miliardi, a cui si aggiungono 1,4 miliardi previsti dalla programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione, i cui strumenti sono stati recentemente riorganizzati negli Accordi per la Coesione. La gestione sostenibile delle risorse idriche e la qualità delle acque, compresa la conservazione delle infrastrutture idriche esistenti, rappresentano dunque un tema ormai centrale delle politiche di investimento e un obiettivo di primo piano per il governo Meloni”.
La traduzione ufficiale del UN-WWDR2025, sostenuta da partner virtuosi, e frutto della collaborazione tra la Fondazione UniVerde e l’UNESCO WWAP, si rinnova ormai dal 2018 ed ha notevolmente contribuito alla diffusione di una maggiore informazione e a un più alto grado di sensibilizzazione intorno al tema dell’acqua a tutti i livelli, permettendo all’Italia di elevarsi verso le prime posizioni al mondo per numero di download del Documento e di stimolare i necessari interventi di Istituzioni e imprese, a favore della tutela della risorsa idrica e per il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 dell’Agenda 2030: “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”. Tuttavia, afferma il Rapporto, “la carenza di dati e le lacune nelle attività di monitoraggio continuano a ostacolare una valutazione accurata degli altri traguardi dell’Obiettivo 6, ad esempio con riferimento alla gestione delle risorse idriche, alla qualità dell’acqua, agli ecosistemi idrici e a un ambiente ad essi favorevole”.
Miguel De França Doria (Direttore UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme) ha dichiarato che il Rapporto: “evidenzia naturalmente l’urgenza di migliorare la governance delle risorse idriche negli ambienti montani, anche tramite la gestione integrata dei bacini fluviali, e la necessità anche di aumentare la capacità, aumentare le innovazioni, aumentare la cooperazione a tutti i livelli per raggiungere la sicurezza idrica”, evidenziando anche il ruolo degli investimenti e dei finanziamenti in quest’area.
La criosfera delle montagne costituisce una delle componenti del sistema terrestre più sensibili al cambiamento climatico. La maggior parte dei ghiacciai del mondo si sta sciogliendo ad un ritmo crescente, aumentando lo scioglimento del permafrost e il rischio di catastrofi naturali, come colate di detriti, valanghe, inondazioni da collasso di dighe e di laghi glaciali. I flussi di acqua provenienti dalle montagne diventeranno sempre più imprevedibili, incerti e variabili. I cambiamenti nei tempi e nei volumi dei flussi massimi e minimi, oltre all’erosione e ai carichi di sedimenti, influenzeranno le risorse idriche a valle in termini di quantità, regolarità e qualità. L’UNWWDR2025 richiama dunque l’attenzione sui servizi e sui benefici essenziali che le acque di montagna, e i ghiacciai alpini, forniscono alle comunità, alle economie e all’ambiente. Concentrandosi sulle soluzioni tecniche e sulle politiche necessarie per migliorare la gestione dell’acqua in montagna, il Rapporto di quest’anno affronta questioni fondamentali come l’approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari, la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la sicurezza alimentare ed energetica, l’industria, la riduzione del rischio di disastri naturali e la protezione degli ecosistemi.
Con il coordinamento di Tessa Gelisio (Giornalista e conduttrice televisiva), al panel “Certificati blu e incentivi per il risparmio idrico” sono intervenuti:
Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, Camera dei Deputati): “La crisi idrica rappresenta una delle sfide più urgenti per il nostro Paese. Le sue ripercussioni sul comparto agricolo saranno sempre più gravi, con conseguenze sulla sussistenza alimentare, arrecando così un danno sia sociale che economico. Per questo, ho presentato una proposta di legge che introduce strumenti innovativi per una gestione sostenibile della risorsa idrica, attraverso misure volte a innescare l’economia circolare dell’acqua e a combattere gli sprechi. Tra le misure principali, cito l’istituzione dei certificati blu, un sistema di permessi negoziabili per incentivare un uso più efficiente dell’acqua, e la creazione di un fondo, il Blu Deal Italiano, destinato al monitoraggio delle infrastrutture idriche, all’efficiente raccolta delle acque piovane, al riutilizzo delle acque reflue depurate e sanificate, nonché al sostegno, attraverso un meccanismo premiale, dei certificati blu e all’applicazione della water footprint”.
Andrea Guerrini (Componente Collegio ARERA e Vicepresidente WAREG – European Water Regulators): “La Commissaria europea Jessika Roswall, nella sua recente visita in Italia, ha dichiarato che l’efficienza sarà uno dei temi della strategia per la resilienza idrica. Un uso efficiente della risorsa significa ottimizzare la disponibilità di acqua, minimizzando le perdite nel trasporto e gli utilizzi superflui. Sul primo fronte la regolazione economica da tempo ha messo in campo alcune leve incentivanti per il contenimento delle perdite idriche e, più recentemente, per massimizzare la resilienza dei sistemi di approvvigionamento primario; sul fronte dei consumi è importante che i decisori pubblici mettano in campo strumenti efficaci per massimizzare il risparmio idrico”.
Luigi Giuseppe Decollanz (Presidente Acque del Sud): “Per contrastare il cambiamento climatico abbiamo bisogno di tre cose in particolare: rifunzionalizzare/completare tutte le infrastrutture idriche esistenti, pianificarne la manutenzione e programmarne di nuove laddove possibile. Abbiamo la assoluta necessità di migliorare la nostra percentuale di raccolta di acqua pluviometrica e passare dall’attuale 11% almeno al 30 entro il 2030”.
Tania Tellini (Direttore Settore Acqua, Utilitalia): “La necessità di creare sinergie tra i diversi utilizzatori della risorsa idrica per preservarne la quantità e qualità, vede nei certificati blu uno strumento senz’alto utile, in particolare per incentivare la modifica dei cicli produttivi e il riuso delle acque. Alla luce degli importanti investimenti che il Servizio Idrico Integrato dovrà sostenere nei prossimi anni, è fondamentale che tali meccanismi non incidano sulle tariffe e siano incentivati da contributi pubblici almeno nella fase iniziale”.
Alessandro Durante (Segretario Generale AVR – Anima Confindustria): L’Italia esprime eccellenze tecnologiche a livello mondiale nella Penisola Arabica, dove l’acqua è ritenuta vitale, con l’Arabia Saudita che, nel 2024, è primo Paese di destinazione delle nostre produzioni, con 600 milioni di export. La sola filiera italiana che produce tecnologie dedicate a valvole e rubinetti coinvolge oltre 30 mila addetti ma è un’eccellenza che viene scarsamente utilizzata nel nostro Paese, dove vengono preferite soluzioni più economiche nell’immediato ma con un ciclo di vita assai più breve. Il risultato sono costi più alti per gli utenti, minore efficienza per gli operatori, esiguo contributo al PIL nazionale. Per questo auspichiamo che il codice appalti sia applicato correttamente e nello spirito di premiare la qualità e l’eccellenza della nostra produzione – vero obiettivo della clausola prevista dall’articolo 170 del Codice e a disposizione delle stazioni appaltanti per la preparazione dei bandi di gara – riservando così almeno il 50% degli importi destinati all’acquisto di tecnologie prodotte in Europa anziché in Paesi terzi.
Nel panel “Imprese e sistemi innovativi per l’efficientamento idrico” sono intervenuti:
• Francesco Buresti (Amministratore Delegato, Acea Acqua): “In Italia solo il 4% delle acque reflue viene riutilizzato, contro un potenziale raggiungibile del 50%. Le tecnologie necessarie per realizzare questo obiettivo sono già disponibili e i vantaggi sarebbero molto significativi, sia per le fonti idriche, che sarebbero meno sotto stress, sia per l’agricoltura, che per prima potrebbe beneficiarne nei periodi dell’anno più siccitosi e critici dal punto di vista della disponibilità della risorsa. Il Gruppo Acea, primo operatore idrico in Italia, sta già sviluppando progetti volti al riutilizzo dell’acqua di depurazione, in particolare nel Lazio e in Toscana. Quello che stiamo portando avanti a Fregene ha ricevuto un finanziamento di oltre 6 milioni dal Consiglio dei Ministri, rientrando tra i progetti individuati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti necessari per contrastare la siccità in diverse regioni italiane”.
• Francesca Portincasa (Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese) “La realtà è sempre più evidente: l’acqua è un bene prezioso, ma limitato. Il risparmio e l’efficienza idrica in agricoltura sono quindi di crescente importanza, essendo il settore fortemente vulnerabile ai cambiamenti climatici ed in competizione tra territori e con gli altri usi per l’utilizzo delle risorse. Acquedotto Pugliese, che da oltre un secolo assolve al compito cruciale di garantire acqua potabile alle comunità in una terra naturalmente priva di risorse idriche, è vicina al mondo agricolo mettendo gratuitamente a disposizione le acque affinate dei suoi depuratori. Attualmente 7 impianti forniscono acqua affinata per usi irrigui ed altri 38 sono già dotati di affinamento. Sono inoltre in corso o in fase di pianificazione interventi per adeguare altri 31 impianti. Entro il 2028 saranno 76 sui 185 depuratori complessivi, per un volume d’acqua affinata di circa 131 milioni di metri cubi l’anno”.
• Riccardo Amoroso (Amministratore Delegato, CiviSmart): “È opportuno rilanciare il Partenariato Pubblico Privato PPP per l’utilizzo delle diverse tecnologie innovative disponibili in ambito smart-city per l’ottimizzazione delle reti idriche con l’obiettivo di migliorarne l’impatto ambientale, sia idrico che energetico”.
• Emanuele Giglio (Responsabile R&D, G.M.T.): “Gestione e risparmio della risorsa idrica non sono sinonimo di un minor utilizzo di risorse, con conseguenti minori risultati, poiché il concetto di efficienza implica di ottenere gli stessi, o superiori risultati, utilizzando minori risorse. L’efficienza si raggiunge con l’innovazione di metodi e tecnologie che, nel settore idrico, si traducono in meccanismi che possano aiutare a rendere gli investimenti in questo settore più vantaggiosi, al fine di stimolare le aziende ad investire. Meccanismi che non possono essere gravati da ulteriori oneri fiscali e che, per funzionare correttamente, sfruttino dati e diagnosi idriche che facciano capire in maniera chiara quali settori, metodi e tecnologie abbiano più necessità di essere efficientati per primi. Crediamo che questo approccio potrebbe produrre interventi mirati ed un utilizzo efficiente delle risorse economiche ad essi dedicate”.
• Carmine Esposito (Consigliere Delegato, E.P.M.): “Nel settore della gestione patrimoni immobiliari e urbani, la gestione efficiente dell’acqua è un elemento chiave per la sostenibilità e il contenimento dei costi. Con edifici e infrastrutture che registrano consumi elevati e dispersioni idriche significative, è fondamentale adottare soluzioni di monitoraggio avanzato, manutenzione predittiva e sistemi di riciclo. L’integrazione di tecnologie smart e l’ottimizzazione degli impianti consentono di ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza operativa. Un approccio responsabile all’uso dell’acqua non è solo una necessità ambientale, ma un vantaggio competitivo per l’intero settore oltre ad essere tema cruciale per la sicurezza economica e sociale. Le tecnologie oggi disponibili offrono strumenti per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza, ma il vero cambiamento avverrà solo con un approccio culturale e politico di lungo termine che porti a considerare l’acqua non solo quale bene disponibile, ma un patrimonio da tutelare, valorizzare e gestire con intelligenza per le generazioni future”.
A seguire Antonio Noto (Direttore di Noto Sondaggi) ha presento i dati del XV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”.
Per l’85% degli intervistati, con un incremento del 4% rispetto alla precedente rilevazione, l’agricoltura multifunzionale è un importante settore di sviluppo dell’economia italiana. Le attività agricole multifunzionali più apprezzate sono la vendita diretta dei prodotti (90%) e l’agriturismo con ristorazione e ospitalità per dormire (85%), ma sono molto apprezzati anche agro asili e pet therapy (79%) e fattorie didattiche (74%).
La necessità di una maggiore salvaguardia dei prodotti agroalimentari Made in Italy all’estero, viene evidenziata dal giudizio espresso dagli italiani: solo il 23% del campione li giudica infatti sufficientemente tutelati e si conferma con l’84% l’esigenza di una chiara certificazione che ne garantisca l’origine. Ne è una riprova anche l’opinione sui piatti italiani all’estero: in occasione di viaggi in Europa o nel mondo, per turismo o lavoro, il 55% degli intervistati afferma di aver trovato piatti, ricette o prodotti alimentari italiani taroccati o stravolti. Per sensibilizzare alla tutela dell’agrifood e delle eccellenze identitarie nazionali e locali, si rafforza il sostegno alla campagna #NoFakeFood, contro l’agropirateria e in difesa del Made in Italy, e alla candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”: ben il 67% (+5%) valuta molto importante la sua eventuale iscrizione al Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità per favorire la valorizzazione dell’agricoltura italiana e della nostra tradizione culinaria.
Al panel “Agricoltura e crisi climatica tra siccità e alluvioni” sono intervenuti:
• Maurizio Martina (Direttore Generale Aggiunto della FAO): “L’acqua sarà sempre più un tema geopolitico. Fondamentale è lavorare nel nostro Paese per pianificare, implementare e diversificare gli strumenti, oltre a lavorare contro lo spreco di risorse idriche che è ancora consistente. Abbiamo la possibilità di consumare meno acqua e produrre con migliori risultati anche in agricoltura. Dobbiamo implementare queste azioni, investire, aiutare gli agricoltori a compiere questa trasformazione di adattamento al cambiamento climatico”.
• Nicola Dell’Acqua (Commissario Straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica) ha ricordato che per governare la crisi idrica, gli strumenti necessari sono gli osservatori delle Autorità di distretto e i bilanci idrici: “Abbiamo una visione piuttosto critica della situazione che sta arrivando. I bacini nell’Italia meridionale e insulare sono assolutamente deficitari”. Per prevenire “estati di crisi”, il Commissario ha sottolineato l’impegno dei Consorzi di bonifica che “stanno portando avanti le giuste manutenzioni e una dotazione di 300 milioni di euro in opere”.
• Francesco Vincenzi (Presidente ANBI): “Siccità ed alluvioni sono facce di una stessa medaglia: per questo serve un piano di bacini idrici multifunzionali, con funzione calmieratrice, capace di trattenere le acque di piena, trasformandole in riserva idrica per i momenti di bisogno.”
• Dominga Cotarella (Presidente Terranostra): Occorre intervenire per contrastare, con maggiore efficacia, le conseguenze del cambiamento climatico e l’erosione del suolo (-19,4 ettari al giorno in Italia). L’agricoltura italiana, la più multifunzionale d’Europa, con il 30% del valore complessivo prodotto nel 2024 pari a circa 15 miliardi, lo sta già facendo anche attraverso la stessa multifunzionalità (ri-generare risorse e attività nelle aree rurali, favorire servizi e l’occupazione di giovani e donne). Investire in cultura imprenditoriale sostenibile, conoscenze, competenze, capacità di riconoscere i rischi, definire i pericoli, e prevenirli è imprescindibile perché gli effetti del cambiamento climatico rappresentano un costo sociale, paesaggistico ed economico che il nostro Paese non può più permettersi di pagare. Per questi motivi è diventato urgente investire nelle infrastrutture idriche quali, ad esempio, quelle destinate all’accumulo di acqua, dal momento che oggi tratteniamo solo l’11% di quella piovana. Risorse essenziali, come l’acqua, la terra sono “beni comuni” e non possono in alcun modo appartenere alla categoria dei ‘rischi’, né tantomeno essere oggetto di speculazioni, cause di ingiustizie sociali, guerre, migrazioni forzate, dissesti e disastri ambientali”.
Ulteriori dati dal XV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”
– Agli agricoltori è riconosciuto l’importante ruolo di tutela che svolgono rispetto all’ambiente (67%). Tra gli effetti positivi più apprezzati c’è quello di tenere viva la tradizione agricola (75%), la manutenzione del territorio da frane e allagamenti (59%, +7% rispetto al precedente Rapporto) e il contrasto alla cementificazione (47%).
– Rispetto a quelli provenienti da altri Paesi, gli italiani ritengono i nostri prodotti agricoli più saporiti (71%, +3%), più genuini (74%, +7%) e più controllati (69%, +3%).
– Sono ritenuti più sicuri i prodotti alimentari dei produttori/coltivatori (76%, +3%) e del mercato contadino rionale (71%, +2%).
– Il mercato contadino si conferma (65%) tra i principali canali di acquisto prediletto per i prodotti agricoli, dei quali viene apprezzata, in particolare, la qualità alimentare e la stagionalità dei prodotti ma, a giudizio degli italiani, le amministrazioni comunali dovrebbero favorire maggiormente la loro presenza.
– L’agriturismo si afferma come meta di soggiorno e ristorazione, motivata dal desiderio di contatto con la natura (64%, +5%) e per l’enogastronomia (52%, +3%).
Media partners del convegno: Radio Radicale, Askanews, Italpress, TeleAmbiente, TVA, Opera2030, SOS Terra Onlus.
Scarica la versione integrale del XV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” con focus su Acqua, agricoltura e crisi climatica, clicca QUI.
Download gratuito del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2025: “Montagne e ghiacciai: torri d’acqua”, al link:
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000393190
L’articolo “Acqua e Agricoltura”, il convegno a Roma di Fondazione UniVerde e Coldiretti proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.