CIVITAVECCHIA – «Finalmente anche Confcommercio Civitavecchia si è resa conto della situazione drammatica del terziario a Civitavecchia. Ritardo incomprensibile, perché già a giugno, nella presentazione dei dati per le elezioni comunali, la situazione si rivelava tragica». È Tullio Nunzi, ex dirigente nazionale di Ascom, ad intervenire sul quadro drammatico tracciato recentemente da Confcommercio. «Da giugno ad oggi niente è stato realizzato, se non parole, parole per cercare di raddrizzare una situazione che già nei saldi, con le previsioni di Confcommercio Civitavecchia fuori da ogni logica, era assai chiara – ha spiegato Nunzi – meraviglia che vengano presi a riferimento solo i dati di Isnart, (centro di grande professionalità), ma sarebbe stato sufficiente prendere anche i dati di Confcommercio nazionale, sulla “demografia di impresa” nelle città italiane, per comprendere come a Civitavecchia carburanti, negozi di mobili, giocattoli, ferramenta, abbigliamento, commercio ambulante, alimentare sono ormai a rischio. Ma al di là dei numeri, sarebbe sufficiente un giro per il centro cittadino per comprendere il dramma dei negozi di prossimità ed il depauperamento del centro storico, con conseguente minaccia della sicurezza e coesione sociale della nostra città. Le proposte di Confcommercio Civitavecchia ormai da anni sono un “continuo prossimamente”: per il mercato di Civitavecchia non c’è stata nemmeno la capacità, di avviare dei consorzi di gestione degli stessi ambulanti. Nel comitato per il phase out dal carbone unica organizzazione non presente è Confcommercio; si parla di reti di impresa, ma progetti già finanziati dalla CCIA non sono stati resi operativi; ma si promettono azioni concrete e mirate. Per i saldi nemmeno si sono proposti parcheggi gratuiti, eventi, per il giubileo nemmeno la capacità di proporre un semplice menù: si parla poco e male ma si è carenti di strategie, di visioni chiare, un nuovo concetto di città, fatta di servizi, vivibilità, sicurezza, attrattività. Purtroppo al di là delle parole si rischia da parte di Confcommercio l’irrilevanza, nonostante il terziario sia il comparto numericamente primario in questa città. Crociere? Sistema turistico territoriale? Rigenerazione urbana? Itinerari turistico culturali? Tutto un fiorire di proposte che da anni, da due mandati non vedono concretizzazione. Se ne parli finalmente, ma con i commercianti, oltre che con le istituzioni, se ne parli in assemblee pubbliche, non nel ristretto di riunioni limitate, ma con proposte concrete, con tempi certi tenendo conto che a livello nazionale Confcommercio ha avviato progetti, già conclusi per la riqualificazione dello spazio pubblico, che esiste un accordo con ANCI che ha creato esperienze innovative in diverse città. Non si può passare in due mesi dalla certezza di un boom dei saldi, alla consapevolezza di una crisi drammatica – ha ribadito ancora Nunzi – si è perso il contatto con i propri associati o almeno una parte consistente del commercio di prossimità, che nemmeno è presente negli organismi dirigenti, composto nella stragrande maggioranza di media distribuzione. Forse in questi casi sarebbe necessario un supplemento di responsabilità, una consapevolezza estrema, un bisogno di nuovo e di capacità organizzative, un impellente bisogno di rinnovamento che rilanci il futuro della più grande associazione di impresa, promuovendo finalmente il ruolo del terziario di mercato, nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo urbano». |