Obesità e diabete sono in aumento anche in Umbria; se n’è parlato alla tavola rotonda organizzata in provincia dall’Italian Obesity Network. Il dottor Giuseppe Fatati: “Particolare attenzione anche all’inquinamento e all’ambiente che ne favoriscono l’insorgenza. Occorre un’ integrazione tra centri sanitari e medicina territoriale”.
Obesità e diabete di tipo 2 sono strettamente legati, con un aumento di incidenza fra i giovani.
Questo è quello che è emerso nel corso della tavola rotonda-dibattito intitolata ‘Diabete e obesità 2.0’ svoltasi in provincia a Terni a cui hanno partecipato tra gli altri anche l’assessore comunale di Terni, Alessandra Salinetti e la consigliera regionale Maria Grazia Proietti.
L’iniziativa è stata promossa dall’Italian Obesity Network (Io Net) in collaborazione con Cittadinanzattiva e Tribunale dei Diritti del Malato e con il patrocinio della Provincia di Terni
Ai microfoni di Teleambiente è intervenuto il presidente dell’Italian Obesity Network, il dott. Giuseppe Fatati
“Obesità, diabete, cambiamenti climatici e ambiente – ha detto il dr Giuseppe Fatati – hanno dei rapporti strettissimi. Oggi non si parla più di pandemia o di epidemia, ma di sindemia. Nel senso che queste malattie, che sono malattie croniche non comunicabili, risentono molto dei nostri comportamenti e dei cambiamenti micro e macro climatici e micro e macro ambientali. Per cui, se noi vogliamo combattere queste patologie, dobbiamo ripensare al nostro ambiente, dobbiamo pensare globalmente, ma agire localmente”.
“Quindi – ha sottolineato Fatati – prima di tutto, sulla pianificazione della città, sull’inquinamento ambientale, che non è soltanto quello che pensiamo relativo alle polveri, ma anche quello acustico e luminoso, che incide fortemente sui comportamenti degli individui e sulle patologie di cui stavamo parlando”.
Dai dati espressi è emerso, un quadro eloquente per quanto riguarda Terni. Ci sono circa il 10% di malati di diabete.
“Questo assolutamente sì – ha evidenziato il dottor Giuseppe Fatati a Teleambiente – ma il problema è che abbiamo una popolazione molto anziana. Abbiamo due versanti su cui lavorare. La prevenzione, affinché le cose non succedano, ma anche la cura, che è la cura delle persone che già hanno avuto o hanno evidenziato una malattia diabetica”.
La situazione rispetto al resto dell’ Italia
“Siamo leggermente peggio – ha riferito ancora Giuseppe Fatati – perché siamo più vecchi, tranne la Liguria, l‘Umbria è la regione più vecchia. Terni è la città più anziana, con un indice di vecchiaia maggiore rispetto, per esempio, a Perugia e quindi al resto della regione”.
Consigli utili affinché questa malattia non insorga
“Quello che dobbiamo fare – ha ricordato il dottor Fatati – è avere uno stile di vita il più possibile accurato, ma non focalizzarci soltanto sull’alimentazione. L’alimentazione è importante, ma insieme all’alimentazione è importante l’esercizio fisico e sono importanti i nostri comportamenti”.
“Quando parlo dei comportamenti – ha continuato Giuseppe Fatati – parlo di come ci comportiamo nei rapporti anche con l’ambiente, quindi il riscaldamento domestico e tutte quelle cose che portano a aumentare il consumo di energia, che fanno male all’ambiente e fanno male alla salute, perché producono poi inquinamento ambientale”.
Per affrontare correttamente il diabete è necessario mettere in campo una serie di iniziative integrando il lavoro delle istituzioni, con le strutture sanitarie, gli specialisti e le associazioni del territorio. Una patologia che va contrastata sia dal punto di vista sociale che sanitario.
Le parole del presidente della provincia di Terni, Francesco Maria Ferranti
“Serve – ha affermato Ferranti – un’azione congiunta delle istituzioni politiche, delle istituzioni sanitarie, coinvolgendo anche le scuole e il mondo dell’associazionismo, con l’educazione alimentare nelle scuole, ad un corretto stile di vita, all’utilizzo adeguato anche del digitale e ad un’educazione alimentare corretta nelle famiglie”.
“E poi – ha concluso Francesco Maria Ferranti – è necessario che siano attente anche le pubbliche amministrazioni, provinciali, comunali e regionali, a programmare urbanisticamente le città, gli spazi pubblici, in modo utile, consentendo ai giovani, agli anziani o a chi lo voglia fare, un’attività di moto, un’attività fisica”.
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