ROMA – Quando l’umanità avrà definitivamente distrutto la Terra, riducendola ad un deserto post-apocalittico, lui sarà ancora lì, vivo e vegeto. Il tardigrado. Ne sono certi scienziati e biologi.
Conosciuto anche come “orso d’acqua”, il tardigrado è un minuscolo invertebrato lungo meno di un millimetro, ma dotato di una resistenza che lo rende praticamente indistruttibile. È sopravvissuto a cinque estinzioni di massa, alla radioattività, alle temperature estreme e persino al vuoto spaziale. Nel 2007, infatti, un esperimento dell’Agenzia Spaziale Europea ha dimostrato che il Milnesium tardigradum può resistere a condizioni estreme nello spazio aperto e riprendersi non appena torna in un ambiente più favorevole. I tardigradi hanno una strategia di sopravvivenza unica: quando le condizioni diventano proibitive, entrano in uno stato di “tun”, sospendendo il loro metabolismo e fermando il processo di invecchiamento. In questo stato, possono restare dormienti per decenni, pronti a tornare in vita non appena incontrano una goccia d’acqua.Il tardigrado è ovviamente onnipresente: lo si può trovare in ambienti estremi, dal muschio dei giardini alle profondità oceaniche, fino alle superfici lunari. Questo incredibile adattamento lo ha reso un’icona tra gli appassionati di scienza e biologia.Scoperti nel 1773 dallo zoologo tedesco Johann August Ephraim Goeze, i tardigradi devono il loro nome attuale allo scienziato italiano Lazzaro Spallanzani.
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