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ROMA – Lo ha perseguitato in diversi modi, lo ha seguito sui social con profili inventati per screditarlo e ha persino assoldato un uomo per spezzargli le dita. Tutto per la sua omosessualità. È la storia di un padre e di suo figlio: un chirurgo estetico di Torino. Fabrizio Obbialero, 48 anni, ha raccontato quanto vissuto al Corriere della Sera. Il genitore, ex geometra e oggi 80enne, non ha mai accettato che fosse gay. L’uomo ha patteggiato una pena di due anni. E il tribunale civile di Asti ha riconosciuto il danno biologico causato dal comportamento omofobo e obbligato il genitore al risarcimento.
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“Sapevo come la pensava, ma non sapevo dove sarebbe potuto arrivare- ha detto Fabrizio-. Ricordo da ragazzino, a me non piaceva il calcio, lui ne era patito. ‘O sei un calciatore o sei un fr…o’, diceva. Oggi ci parliamo solo tramite avvocati”.
In questi anni ha vissuto “di tutto”: “Minacce e insulti continui, racconti inventati, atti vandalici contro di me, contro il mio compagno e anche contro mio sorella a cui sono molto legato. Non so cosa avesse detto a quell’uomo che aveva assoldato per picchiarmi, ma lui mi seguì e si convinse che non valeva la pena rovinarmi la vita, però mi disse che aveva bisogno dei soldi che mio padre gli aveva promesso, così abbiamo allestito un set e messo in scena il pestaggio”.
Tutto diverso il rapporto con la madre, morta anni fa per una malattia. Era “una donna forte, se non lo fosse stata non avrebbe potuto sopportare tutto questo. Lei si è schierata dalla mia parte, e io dalla sua quando c’è stata la separazione. Era molto dolce e intelligente. Mi manca ogni giorno”.
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Parlando della sua vita sentimentale, la descrive “più serena di quel che si potrebbe immaginare. Ho avuto alcune relazioni importanti, l’ultima dura da 14 anni, abbiamo anche pensato di sposarci. Il mio compagno è rimasto con me nonostante mio padre, abbiamo condiviso tutto. Certo, non posso dire che sia stato semplice. Per un periodo ho vissuto due vite”.
“PER MIA MADRE NON FU NÉ UNA SORPRESA NÉ UNO SHOCK”
Ai genitori non l’ha detto subito: “Sì, non l’ho fatto tanto per paura quanto per comodità. Uscivo e raccontavo di andare con un’amica. Non avevo voglia di affrontare le battute da stadio di mio padre. Poi mia mamma si ammalò e quella doppia vita divenne faticosa da gestire. A 30 anni ho raccontato tutto. Come immaginavo, per mia mamma non fu né una sorpresa, né uno shock. Mio padre reagì peggio e con il tempo si è incattivito. Me lo ricordo quando io e il mio compagno andavamo al molo a prendere la nostra barca, che era ormeggiata accanto alla sua, e lui con i suoi amici ci chiamava fro…tti”.
Per il futuro, il medico spiega: “Sono molto concentrato sul mio lavoro. E poi ho ancora un po’ di questioni da chiudere, anche con mio padre. Tra le altre cose liberare una casa al mare che attualmente è occupata da qualcuno a cui lui ha concesso le chiavi senza dirmelo”.
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