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Adolescence è sempre più un ‘caso’: in Gran Bretagna la serie sarà fatta vedere nelle scuole


BOLOGNA – Da quando è stata rilasciata su Netflix, il 13 marzo scorso, ha catalizzato l’attenzione di spettatori, media, critica e ora anche della politica. E il suo successo non accenna a fermarsi: la serie britannica ‘Adolescence’, è in questo momento il contenuto più visto sulla piattaforma ed è la serie tv più vista in 80 paesi del mondo. Un record. E cominciano ad arrivare i primi riconoscimenti anche da parte della politica: in Gran Bretagna, infatti, il premier Keir Starmer ha convocato un tavolo con esperti che si occupano di salute mentale nei giovani e preso una decisione innovativa, destinata probabilmente a fare scuola. Ha stabilito che la serie tv venga fatta vedere nelle scuole medie e superiori del Paese. “L’ho vista con i miei figli adolescenti e mi ha toccato profondamente”, ha detto. Detto, fatto. Da domani, 1 aprile, la serie sarà disponibile gratuitamente nel settore di Netflix dedicato agli insegnanti. E sarà accompagnata da una guida e da materiali di supporto a insegnanti (e genitori) per sviluppare riflessioni e conversazioni con i ragazzi dopo aver guardato la serie.

LA ‘BOLLA’ DEGLI ADOLESCENTI

La serie è stata ideata da Jack Thorne e Stephen Graham (che recita nella parte del padre del protagonista) e racconta la storia di Jamie, un ragazzino di 13 anni che viene arrestato per aver ucciso a coltellate una sua coetanea, Katie. È un ragazzino dalla faccia pulita, con una famiglia normalissima, e all’inizio tutto fa pensare a un errore. Ma non c’è nessun errore e lo si scopre quasi subito, dato che le telecamere del parcheggio dove è avvenuto il delitto lo hanno immortalato mentre colpisce la ragazza. Il resto della serie è tutta dedicata a capire le ragioni che stanno dietro a questo efferato delitto, ma soprattutto a far capire quanto gli adolescenti possano vivere immersi in una ‘bolla’ da cui il resto del mondo (genitori compresi) sono lontanissimi e ignari. Una bolla in cui sei uno ‘sfigato’ solo per ‘colpa’ di un commento o di una faccina su Instagram. E dove serpeggiano teorie tossiche, come quella legata agli incel (involuntary celibate, i vergini non per scelta). alla manosfera e all’odio verso le donne.

GLI ADULTI LONTANI ANNI LUCE E SPAESATI

I genitori di Jamie sono dilaniati dal senso di colpa (“Cosa abbiamo sbagliato?”) e mettono a nudo tutta l’ingenuità che hanno avuto nell’educazione del figlio (“Era nella sua cameretta, credevamo fosse al sicuro”). Anche il detective a cui è affidato il caso, che ha un figlio adolescente coetaneo di Jamie, va in crisi: capisce per la prima volta certe dinamiche solo grazie alle parole ‘rivelatrici’ del figlio (e si affretta a chiedergli di passare un po’ di tempo insieme). Perfino la psicologa che segue Jamie in carcere ha un cedimento, dopo l’ultima seduta con il ragazzino: il 13enne infatti esplode verso di lei in una forte crisi aggressiva, dove si mostra pieno di risentimento. Ma soprattutto fa intravedere la totale assenza di sensi di colpa o comprensione dell’accaduto (“Lei era una bulla di merda, non lo pensi anche tu?”). Il focus sulla scuola, poi, è impietoso: mostra ragazzini arrabbiati e chiusi, incompresi nella loro rabbia e vittime di bullismo reale e virtuale. Ma anche insofferenti a ogni forma di autorità.

LA REGIA

A completare il quadro c’è la regia straordinaria di Philip Barantini (e della tecnica con cui è stato girato si è parlato quanto della serie in sè), che ha sfornato quattro episodi ripresi in un unico piano sequenza. Dove la telecamera non stacca mai dalla scena. In alcuni punti, dove si è ricorsi all’aiuto di droni per allontanarsi o avvicinarsi, l’effetto è impressionante.

L’OBIETTIVO DELLA SERIE: “FAR AUMENTARE IL DIALOGO”

Lo scrittore Jack Thorne, in conferenza stampa con il primo ministro inglese Starmer, ha commentato così: “Abbiamo creato questa serie per far nascere delle conversazioni, per porsi la domanda: come possiamo aiutare i nostri ragazzi? Avere la straordinaria opportunità di portarlo nelle scuole va oltre le nostre aspettative. Speriamo che servirà agli insegnanti per parlare con gli studenti, ma ancor di più che servirà agli studenti a parlare tra di loro”.Starmer ha detto questo, invece: “Come padre, guardando questo spettacolo con mio figlio e mia figlia adolescenti, posso dire che mi ha toccato profondamente. Questa è un’iniziativa importante per incoraggiare quanti più studenti possibile a guardare la serie ‘Adolescence'”.
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