NAPOLI – “L’occupazione femminile in Italia mostra progressi, ma con contratti più flessibili rispetto agli uomini. Sono stati introdotti interventi normativi per favorire l’accesso delle donne al lavoro, ma resta fondamentale semplificare l’uso di strumenti finanziari e promuovere l’alfabetizzazione economica di genere. L’educazione finanziaria è cruciale non solo per l’inserimento lavorativo, ma anche per prevenire la violenza economica. Molte donne evitano la finanza per timore di non essere competenti, un pregiudizio da superare attraverso formazione e maggiore inclusione economica”. Lo ha dichiarato Martina Semenzato, deputata di Noi Moderati e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femmicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, intervenuta nel corso del Cnpr forum ‘Educazione finanziaria: una sfida sociale ed economica’, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
TAJANI (PD): “MOLTE LAVORATRICI NON HANNO UN CONTO CORRENTE PERSONALE”
Sul tema dell’alfabetizzazione economica e dell’accesso al lavoro si è soffermata anche Cristina Tajani (Pd) vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e assicurativo: “L’autonomia economica e finanziaria delle donne è strettamente legata alla loro partecipazione al mercato del lavoro. Molte lavoratrici non hanno un conto corrente personale, segno di una scarsa educazione finanziaria. Investire nell’informazione economica femminile è essenziale per colmare questo divario. Le nuove tecnologie possono facilitare l’accesso ai servizi finanziari, ma devono essere inclusive e accessibili a tutti. La digitalizzazione offre vantaggi in termini di praticità, ma può penalizzare le fasce più deboli, come gli anziani, se non accompagnata da adeguate misure di supporto”. Per Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia in commissione Cultura: “Il divario occupazionale femminile rispetto all’Europa è un problema radicato nel passato. Sebbene il governo abbia adottato misure per facilitare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, persistono barriere legate agli impegni familiari. L’educazione finanziaria è fondamentale per la gestione economica delle famiglie e dovrebbe essere introdotta anche a livello scolastico per fornire ai giovani strumenti adeguati. La scarsa capacità di gestione delle risorse contribuisce alla marginalità sociale. È essenziale potenziare le misure di sostegno, come i congedi, per favorire l’occupazione femminile e contrastare la crisi demografica”.
GHIRRA (AVS): “CONDIZIONE FEMMINILE CRITICA RISPETTO AGLI ALTRI PAESI EUROPEI”
Critica Francesca Ghirra (Avs), segretaria della commissione Attività produttive a Montecitorio: “In Italia, la condizione femminile rimane critica rispetto agli altri Paesi europei. Le donne guadagnano meno degli uomini a parità di mansioni e molte sono escluse dal mondo del lavoro, specialmente dopo la maternità, spesso costrette a contratti part-time involontari per conciliare gli impegni familiari. La violenza economica è un problema diffuso, con numerose donne prive di un conto corrente personale e dipendenti finanziariamente dai mariti. Potenziare l’educazione finanziaria è essenziale per favorire l’autonomia femminile e la consapevolezza economica. Le nuove tecnologie possono offrire un aiuto, ma è necessario garantirne un accesso inclusivo”. Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisora legale dell’Odcec di Bari: “Le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la società, ma continuano a incontrare ostacoli nell’accesso ai diritti e alle opportunità rispetto agli uomini. L’Italia registra un significativo divario di genere rispetto al resto d’Europa, sia in termini di occupazione femminile che di alfabetizzazione finanziaria, senza dimenticare il salary gap. È necessario adottare misure concrete per colmare queste differenze, rendendo il Paese più competitivo e costruendo una società più equa. Garantire l’autonomia economica alle donne contribuirebbe anche a contrastare il fenomeno della violenza di genere”.
LONGONI: “NON BASTA ASSOCIARE L’EDUCAZIONE FINANZIARIA ALLA PARITÀ DI GENERE”
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’istituto nazionale esperti contabili: “Non basta associare l’educazione finanziaria alla parità di genere, ma è fondamentale rendere tutti i cittadini consapevoli della complessità delle operazioni finanziarie, garantendo maggiore trasparenza da parte di banche e intermediari. Spesso, la scarsa comprensione non dipende da mancanza di istruzione, ma da comunicazioni criptiche e poco chiare. L’inserimento dell’educazione finanziaria nell’educazione civica solleva perplessità, considerando le già numerose difficoltà di questo insegnamento. Inoltre, la digitalizzazione dei servizi finanziari, se da un lato offre vantaggi in termini di efficienza, dall’altro rappresenta un ostacolo per chi non ha adeguate competenze informatiche. È necessario ripensare il rapporto tra cittadini e strumenti tecnologici per garantire un accesso equo ai servizi finanziari”.
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