ROMA – È slittata a mercoledì 2 aprile la fine della requisitoria (prevista per oggi) del pubblico ministero nel processo “Angeli e demoni”, di Reggio Emilia. Lo ha annunciato in aula la stessa pm Valentina Salvi che conduce la pubblica accusa nel rito ordinario sui presunti illeciti legati agli affidamenti familiari di minori in val d’Enza. Fatti per i quali, dopo una “maratona” di otto udienze, si attendono quindi le richieste di pena per 14 imputati, attualmente presenti alla sbarra. Il caso era deflagrato nell’estate del 2019, infuocando l’estate di Bibbiano e la successiva campagna elettorale del gennaio 2020 delle regionali in Emilia-Romagna. Dopo quasi tre anni di svolgimento del processo di primo grado, però, sono uscite di scena alcune figure ritenute dalla Procura reggiana “eccellenti”, a cominciare dal noto psicoterapeuta Claudio Foti.
Il fondatore e guru della onlus torinese Hansel&Gretel, aveva scelto il rito abbreviato. Condannato a quattro anni nel 2021, il professionista è stato infatti scagionato a giugno del 2023 in appello dalle accuse di lesioni e frode processuale. L’assoluzione con formula piena di Foti è stata poi confermata nel 2024 dalla Corte di Cassazione. Sempre l’anno scorso è stato invece “salvato” dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, che agli inizi dell’inchiesta finì agli arresti domiciliari, ma al quale non sono mai stati contestati reati che riguardano i minori (piuttosto di aver dato copertura politica ai presunti illeciti). Restano invece imputati- tra gli altri- l’ex dirigente dei Servizi sociali della val d’Enza Federica Anghinolfi, il suo braccio destro Francesco Monopoli, Nadia Bolognini (compagna di Foti) e le due mamme affidatarie di una bambina Francesca Bedogni e Nadia Bassmaji. Le parti civili costituite sono 32.
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