Secondo lo UK Youth Parliament del Regno Unito vietare l’uso dei social media agli adolescenti non è una soluzione pratica né efficace di fronte al crescente problema della violenza giovanile
Vietare i social media ai minori non è la risposta. A dirlo sono proprio loro, i ragazzi e le ragazze inglesi che fanno parte dello UK Youth Parliament, ossia l’organizzazione giovanile del Regno Unito composta da membri fino ai 18 anni di età, eletti democraticamente per rappresentare il punto di vista giovanile. Nel rapporto che il parlamento giovanile ha pubblicato si esamina il legame tra la violenza giovanile e il ruolo dei social media. Secondo i ragazzi una soluzione migliore sarebbe quella di rafforzare la regolamentazione che dissuada le aziende di social media dal promuovere contenuti violenti e inappropriati per l’età.
Coinvolgere i giovani nel processo decisionale
I membri del comitato sono ragazzi dai 14 ai 19 anni, che hanno esaminato le prove scritte di adolescenti di tutto il Regno Unito e di esperti. Hanno esortato il governo a coinvolgere i giovani nel processo decisionale che li riguarda in ogni fase del suo sviluppo, in particolare quelli provenienti da gruppi emarginati e sottorappresentati. D’altronde i benefici derivanti dall’essere online, come la possibilità di conoscere il mondo e di creare relazioni, sono più forti di ogni forma di divieto (che inoltre sarebbe acile aggirare).
Scheda di valutazione per i social media
Un’altra raccomandazione che i giovani hanno rivolto alla politica è che il governo crei una valutazione degli standard di sicurezza online rivolta ai consumatori, che valuterebbe le piattaforme in base alle loro misure di sicurezza, alla reattività ai contenuti dannosi e agli sforzi per educare gli utenti. Ciò fungerebbe da scheda di valutazione che fornisce agli utenti informazioni accessibili su quanto sia sicuro uno spazio online.
Il sondaggio
All’interno del rapporto pubblicato dai giovani inglesi è contenuto un sondaggio del 2024 condotto dal Youth Endowment Fund (YEF) su 10.000 giovani di età compresa tra 13 e 17 anni. Lo studio ha rilevato che il 70% aveva incontrato qualche forma di violenza sui social media negli ultimi 12 mesi, sebbene solo il 6% l’avesse cercata attivamente. La forma di violenza più comune visualizzata online erano le risse che coinvolgevano i giovani, segnalate da oltre la metà dei ragazzi di età compresa tra 13 e 17 anni. Lo stesso sondaggio ha rilevato che un bambino su cinque è stato vittima di qualche forma di violenza nell’ultimo anno, mentre il 16% ne è stato egli stesso l’autore.
Influencer tossici
Nel documento si citano anche gli influencer tossici, che spesso presentano il crimine come una strada allentante e, soprattutto remunerativa. I ragazzi e le ragazze hanno chiesto al governo di collaborare con le aziende di social media, per affrontare i contenuti dannosi diffusi dagli influencer e per garantire che non vengano ricompensati finanziariamente.
Smartphone a scuola
Anche grazie alla serie Netflix “Adolescence” in queste settimane, nel Regno Unito, si è tornato a discutere di un maggiore controllo sul divieto di utilizzo di smarpthone a scuola. Il governo laburista ha iniziato un esame approfondito nelle scuole per esaminare i modi più efficaci di controllare i divieti. Il monitoraggio esaminerà quanto bene le scuole seguono le politiche restrittive, quante scuole hanno divieti in atto, come le scuole implementano i divieti, come tenere i telefoni negli armadietti o nelle borse e quale impatto hanno sul comportamento.
L’appello dello scrittore di Adolescence
Jack Thorne, co-sceneggiatore della serie Adolescence, poco tempo fa ha sostenuto il gruppo Smartphone Free Childhood, appoggiato attualmente da oltre 100.000 genitori, che si sono impegnati a non dare gli smartphone ai propri figli finché non compiranno almeno 14 anni d’età.
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