NELLA CORNICE DEL PIANO MATTEI
Sul piano politico il contesto è segnato dal Piano Mattei, l’iniziativa del governo di Giorgia Meloni che promette un approccio “non predatorio” e una cooperazione tra “pari”. “Il nostro è uno dei Paesi prioritari per l’Italia”, sottolinea Ndiaye, in un’intervista con l’agenzia Dire a margine della cerimonia: “Abbiamo diversi progetti all’attivo, ad esempio con l’università Sapienza di Roma o in ambito agricolo, con Bonifiche ferraresi, per un valore di oltre cento milioni di euro; adesso vogliamo fare un passo ulteriore, in un settore cruciale come quello del lavoro, a supporto delle capacità di analisi e valutazione dell’Agenzia nazionale di statistica del Senegal: un’istituzione nata nel 2005, ancora giovane”.
LE PRIORITA’ DI DAKAR
La convenzione riguarda un’iniziativa per l’analisi e la valutazione di impatto delle politiche per l’impiego, indicata con l’acronimo “Pro-Impact”. E di risultati da ottenere parla Rusconi, evidenziando l’impegno dell’Italia ad agire con una pluralità di attori, dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ad Aics a “eccellenze” come il Cnr. “Ci affidiamo all’expertise del Consiglio per realizzare un pezzo della grande collaborazione dell’Italia con il Senegal” sottolinea il direttore. “Il progetto nasce dalle priorità fissate dal ministero del Lavoro a Dakar, che vuole formare i giovani e garantire loro un impiego dignitoso”. E’ allora essenziale conoscere il mercato, secondo Rusconi: “Non solo e non tanto quello di oggi ma quello che sarà tra 20 o 30 anni; dobbiamo dunque pensare a un orizzonte che vada al di là dell’oggi e del domani immediato”.
IL CONTRIBUTO DEL CNR
L’approccio richiama quello del Piano triennale per la cooperazione Italia-Senegal siglato nel 2024, l’anno della Conferenza Italia-Africa e della presentazione al Senato del Piano Mattei. Il metodo è “fare sistema”, cioè il tentativo di riunire le competenze, da mettere a disposizione non occasionalmente ma sulla base di un progetto e un percorso. Con la Dire ne parla anche Maria Chiara Carrozza, la presidente del Cnr: “Il Consiglio è pronto per il Piano Mattei; vuole offrire le sue specializzazioni, si tratti di ricerca statistica, ingegneria applicata o scienze agrarie”. Le parole chiave, secondo la dirigente, sono più d’una: “bottom up”, l’approccio dal basso “che coinvolge fino in fondo le strategie del Paese ospitante”; interdisciplinarietà, di cui far tesoro quando si affrontano sfide complesse; reciprocità, perché “l’esperienza delle politiche pubbliche” del Senegal può riservare lezioni utili anche all’Italia. Guarda lontano Capasso, direttore del dipartimento di Scienze umane. Annuncia la formazione di un osservatorio dedicato sulla cooperazione allo sviluppo, ragionando su differenze e complementarità.
“Il Senegal ha una popolazione molto giovane, con un tasso di disoccupazione che supera il 38 per cento nella fascia di età 15-30 anni” calcola il dirigente. “In Italia abbiamo invece altri problemi, con un abitante su quattro con più di 65 anni: siamo diversi e proprio per questo possiamo collaborare”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it