NEL MONDO MENO DELL’1% DI TUTTI I TESSUTI VIENE RICICLATO
Siamo circondati da vestiti, ma a che prezzo? Dietro ogni acquisto c’è un costo ambientale enorme: pesticidi, inquinamento delle acque, microplastiche negli oceani e discariche a cielo aperto sempre più piene. In occasione dello Zero Waste Day, il Wwf Italia ha acceso i riflettori su uno dei problemi più ingombranti e sottovalutati del nostro tempo: i rifiuti tessili. Ogni anno, milioni di tonnellate di vestiti finiscono in discarica o vengono incenerite, inquinando il pianeta. Si stima che nel mondo meno dell’1% di tutti i tessuti venga riciclato. Ogni anno solo l’Europa produce ben 7 milioni di tonnellate di rifiuti tessili e ognuno di noi butta mediamente 16 kg di prodotti tessili ogni anno di cui solo 4 kg sono raccolti separatamente, quasi 12 invece finiscono nei rifiuti indifferenziati, generando un impatto devastante sull’ambiente.
IMMOBILIARE, CRESCONO ACQUISTI CASE MENO ENERGIVORE
Per il mercato immobiliare il 2024 è stato un anno positivo, con una crescita delle compravendite residenziali dell’1,5% e del 5% delle prime case e un’accelerazione per le abitazioni meno energivore, considerati i crescenti costi delle bollette. Prospettive positive anche per il 2025 grazie ai tassi di interesse sui mutui in consistente calo. È quanto emerge dal report Fiaip Monitora Italia, elaborato in collaborazione con Enea e I-Com. Nel 2024, quindi, migliora l’apprezzamento per la qualità energetica dell’immobile (+4%) che si riflette sulla crescita rispetto all’anno scorso delle compravendite di trilocali in classe C (+32%), D (+10%) ed E (+16%). Aumentano anche le compravendite di abitazioni indipendenti meno energivore e per la prima volta i movimenti di mercato delle abitazioni di pregio in classe A1 (13,02%) superano, anche se per poco, quelli delle case in classe G (12,78%).
MICROPLASTICHE NEL SUOLO AUMENTANO RESISTENZA AD ANTIBIOTICI
Le microplastiche disperse nell’ambiente possono trasportare e diffondere batteri resistenti agli antibiotici con gravi rischi per la salute umana e degli ecosistemi. È questo uno dei principali risultati di una ricerca condotta dall’Enea con il Joint Research Centre della Commissione europea, il Crea e le Università degli Studi di Milano e della Tuscia. “Le microplastiche sono spesso presenti in ambienti contaminati da antibiotici come suoli agricoli trattati con fertilizzanti e acque reflue. Questo crea una pressione selettiva che favorisce la sopravvivenza e la proliferazione di batteri resistenti, aumentando la diffusione dei geni di resistenza agli antibiotici”, ha spiegato Annamaria Bevivino della Divisione Enea Sistemi agroalimentari sostenibili. Lo studio ha permesso di identificare in particolare quattro batteri che colonizzano la superficie della plastica abbandonata nell’ambiente.
PRIMA RICHIESTA ESTRAZIONE MINERARIA IN ACQUE PROFONDE
Durante l’assemblea a Kingston (Giamaica) dell’Autorità internazionale per i fondali marini, la compagnia mineraria The Metals Company ha annunciato che richiederà un permesso di estrazione in acque profonde in base alle normative nazionali degli Stati Uniti risalenti agli anni Ottanta. Questo annuncio, ha denunciato Greenpeace, è arrivato poco prima dell’incontro con gli investitori e il giorno prima che la richiesta di avviare l’estrazione a fini commerciali venisse discussa. “Da anni The Metals Company fa pressione per cercare di costringere i governi ad autorizzare l’attività estrattiva nei fondali internazionali, patrimonio comune dell’umanità”, ha sottolineato Louisa Casson, senior campaigner di Greenpeace International.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it