ROMA – Il grande ritorno in ufficio dei dipendenti federali licenziati da Trump e reintegrati dai giudici si sta trasformando in una tragicommedia amministrativa un po’ fantozziana. Caos, carenze di risorse e paradossi logistici. Una volta si chiamava mobbing, oggi è la realtà del dipendente pubblico americano: impiegati costretti a pulirsi i bagni da sé, altri a lavorare per terra, niente carta igienica e riunioni via Zoom… dall’ufficio.
Trump l’aveva esplicitato: l’obiettivo è che i dipendenti federali “lavorino davvero” e, se possibile, che si dimettano in massa. All’FDA, per esempio, il rientro in ufficio è stato accolto con parcheggi introvabili, mense senza cibo e scorte di cancelleria inesistenti. Il New York Times racconta che ai CDC di Atlanta, i lavoratori sono stati invitati a “trovare un posto libero” per sedersi e a prepararsi a lavorare dal portatile… senza una scrivania vera. In alcuni uffici dell’IRS, i dipendenti sono stati fatti tornare per poi essere rispediti a casa senza poter lavorare. Altri, meno fortunati, hanno dovuto sedersi per terra.Le agenzie federali non erano pronte a gestire un rientro massiccio, peraltro: molti uffici non erano stati progettati per ospitare tutti i dipendenti in presenza, avendo adottato un modello ibrido nel corso degli anni. Ma la nuova amministrazione ha ignorato i piani esistenti e i contratti sindacali che prevedevano il lavoro da remoto.Alcuni lavoratori del Forest Service, assunti per posizioni remote, sono stati costretti a trovare qualsiasi edificio federale nel raggio di 50 miglia per timbrare il cartellino, pur continuando a lavorare in modalità virtuale. Chi si trova in sedi senza connessione decente fatica persino a partecipare alle videoconferenze.Nel disastro gestionale non poteva mancare l’influenza di Elon Musk, a capo del Department of Government Efficiency, un eufemismo per giustificare licenziamenti, riassunzioni forzate e tagli indiscriminati. Il blocco delle spese ha lasciato molti uffici senza carta igienica, mentre alcuni impiegati federali ora devono occuparsi delle pulizie. La Casa Bianca e l’Office of Management and Budget tacciono sui numeri ufficiali, ma fonti interne parlano di una macchina amministrativa in tilt. Le agenzie cercano di riorganizzarsi tra tagli, licenziamenti e ordini contraddittori, mentre i dipendenti rimasti cercano disperatamente di capire se il loro posto sarà ancora lì domani. Anche senza una sedia, si spera non direttamente sul wc.
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