Tra i territori colpiti dai dazi del Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, anche Heard Island e McDonald Islands abitate soltanto dai pinguini.
Chissà cosa hanno pensato gli abitanti di Heard Island e di McDonald Islands nell’Oceano Indiano, a metà strada tra Africa e Australia e a Nord dell’Antartide, dopo i dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, a partire dal 2 aprile 2025.
Un vero e proprio “Liberation Day”, cioè “Giorno della Liberazione”, per ristabilire, almeno nelle intenzioni del Tycoon, il primato economico del Paese a stelle e strisce. A essere finiti nel fuoco incrociato della “guerra commerciale“, però, sono stati perfino i pinguini. Sì, perché questi uccelli sono gli unici esseri viventi residenti nei lembi delle due remote terre emerse a 1.700 chilometri dal Polo Sud e sotto il controllo dell’Australia dal 1947. Dopo la cessazione delle attività imprenditoriali nel 1877, Heard Island e McDonald Islands, nonostante il loro inserimento tra i Patrimoni dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO, sono rimaste disabitate.
Eppure, nonostante l’assenza di esseri umani, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha imposto dazi del 10% alle isole ricoperte all’80% di ghiaccio. A pagare – cosa, poi, non è dovuto saperlo – potrebbero essere davvero i pinguini? “Nessun posto sul pianeta Terra è al sicuro”, ha commentato il Primo Ministro dell’Australia, Anthony Albanese. Ci sarebbe, in realtà, una spiegazione. Secondo gli esperti di geopolitica, l’Inquilino della Casa Bianca avrebbe inserito Heard Island e McDonald Islands nella lista dei Paesi ostili economicamente per evitare triangolazioni commerciali.
Di certo, la vicenda tanto comica quanto inquietante ha scatenato l’ironia dei social.
L’articolo Dazi, anche le isole dei pinguini nel mirino di Trump. E i social ironizzano proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.