Via libera all’abbattimento di 350 orsi in Slovacchia dopo l’attacco mortale a un uomo. Gli ambientalisti: “Provvedimento illegale”.
Via libera all’abbattimento di 350 orsi in Slovacchia. Dopo il ritrovamento di un uomo morto con ferite compatibili con l’aggressione di un plantigrado a Zapriechody, vicino a Detva, il 31 marzo 2025, il Governo Fico ha autorizzato la mattanza per garantire l’incolumità dei cittadini. Innumerevoli, a detta dell’Esecutivo a trazione socialdemocratica, gli incontri tra animali selvatici e persone nei boschi. Proprio per questo le Autorità Locali hanno dichiarato lo stato di emergenza in 55 su 72 contee.
Ide už o tretí útok medveďa za posledných 10 dní. #SITA #medved #utok #umrtie #Slovakia #CHKO #Polana #bear #attack https://t.co/hKn6qVo7LC
— Sita.sk (@webnovinysk) March 31, 2025
Oltre 1.200, almeno fino a oggi, gli orsi stimati nel Paese dell’Est Europa. Troppi, secondo il ministro dell’Ambiente del Governo Fico, Tomáš Taraba, pronto a ridurre la popolazione dei mammiferi a 800 esemplari. Gli ambientalisti, però, hanno definito il provvedimento illegale a causa della violazione della Direttiva 92/43/CEE, cioè della Direttiva Habitat. Già, perché secondo la normativa comunitaria gli Stati del Vecchio Continente sono autorizzati soltanto all’uccisione degli animali considerati “problematici”. Illegittimo, ma anche privo di basi scientifiche, dunque, l’abbattimento di esemplari a caso.
Disgusting demonisation of bears in Slovakia pic.twitter.com/Xv4jYFfgbG
— dominic dyer (@domdyer70) April 4, 2025
Soltanto nel 2024, dopo la psicosi causata dalla morte di una donna di 31 anni e dal ferimento di cinque persone, tra le quali una bambina di dieci anni, la Slovacchia aveva sterminato 93 orsi. 36 plantigradi erano stati investiti, invece, dalle auto in corsa.
Abbattimento di 350 orsi in Slovacchia, l’etologa Chiara Grasso: “Ecco cosa fare se si incontra un plantigrado”
Visitare la Slovacchia significa immergersi nella natura più incontaminata. Ma cosa fare se si incontra un orso? È meglio scappare via o mantenere la calma? E perché è necessario portare i cani al guinzaglio durante le escursioni naturalistiche? A rispondere a queste domande è l’etologa Chiara Grasso: “Ricordiamoci sempre che il bosco, prima di essere la nostra palestra di allenamento oppure il nostro hobby, è la casa degli animali. Quando un esemplare ci attacca, spesso lo fa per difendersi. Fondamentale, di fronte a un grosso mammifero come un plantigrado, evitare di farci vedere come una minaccia. Non siamo, però, neanche una preda, quindi, non bisogna correre, perché fa scatenare nell’animale selvatico l’istinto di rincorrerci“.
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Necessario, in caso di contatto fisico, restare fermi: “Se vediamo un orso durante un’escursione naturalistica, manteniamo la calma, indietreggiamo lentamente ed eventualmente mettiamoci su un’altura. Con tranquillità gli lanciamo dei “no” e dei “vai via” secchi. Se un plantigrado si mette sulle zampe posteriori, non lo fa per attaccare bensì per controllare meglio il territorio circostante. A quel punto non dobbiamo lanciargli pietre, zaini o bastoni. Soltanto se il mammifero arriva a un contatto fisico, ci sdraiamo per terra con le mani sul collo e stiamo fermi“.
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