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Clima, FFF in piazza venerdì 11 aprile. XR denuncia le Questure di Roma e Brescia

Tornano gli scioperi studenteschi per il clima in tutta Italia. Ma intanto, con l’inasprimento delle leggi e delle misure repressive, arriva una denuncia formale dopo quanto accaduto nel corso di due distinte manifestazioni dei mesi scorsi.

Nonostante l’inasprimento delle leggi da parte del governo, non si arrestano le proteste degli attivisti climatici in tutta Italia. Se la crisi climatica sembra destinata ad essere un tema molto meno dibattuto rispetto al passato recente, giovani e giovanissimi continuano a mobilitarsi per l’ambiente. Venerdì 11 aprile, infatti, Fridays For Future torna a scendere in strada con un nuovo sciopero per il clima: tanti gli appuntamenti in diverse città d’Italia. E intanto, arriva una notizia destinata a scatenare polemiche: gli attivisti di Extinction Rebellion hanno deciso di denunciare l’operato delle Questure di Roma e Brescia dopo alcuni arresti avvenuti nel corso di alcune manifestazioni passate.

Clima, venerdì 11 aprile sciopero per il clima 

Fridays For Future Italia torna a mobilitarsi in tutta Italia, anche se i cortei maggiormente attesi sono quelli di Milano (presidio dalle 9.30 in largo Cairoli) e di Roma (presidio dalle 9.30 in piazza Vittorio Emanuele).
La cornice generale attuale è l’instaurazione di una economia di guerra in cui parte delle industrie dannose si convertono in industria bellica, spostando le risorse economiche dalla riconversione ecologica e aumentando non solo gli impatti ambientali e sociali, ma anche rendendo irreversibile nel breve furuto la variazione di temperatura media globale. Nel 2024 è stata maggiore di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali: l’ennesimo campanello d’allarme del clima che sta cambiando a causa del sistema economico fossile” – la nota dei Fridays For Future Italia – “Gli interessi economici vengono mascherati, alimentando le guerre e l’estrazione di risorse dai territori, di cui un esempio sono gli interessi fossili nel genocidio a Gaza. Le guerre e lo sfruttamento delle risorse hanno cause profonde, come la disuguaglianza sociale tra i territori e i Paesi“.
Si punta inoltra anche sul gas importato via nave, dagli Usa e dai Paesi mediorientali, e su nuovi rigassificatori, strutture costosissime che rischiano di legarci al fossile per decenni. La gestione dei territori e delle città diventa securitaria, il dissenso viene represso affidando le città a interessi privati e portando avanti la guerra del cemento che aumenta l’impatto degli eventi climatici estremi come le alluvioni” – si legge ancora nella nota di FFF Italia – “Per questo il movimento chiede di realizzare pienamente la riconversione ecologica: creando posti di lavoro in settori socialmente e ambientalmente utili, come provano a fare, da tempo e dal basso, gli operai della ex GKN. Ma anche pianificando dal basso e partendo dalla raccolta dei reali bisogni presenti nei territori, iniziando a bloccare tutti i progetti dannosi presenti o programmati, fermando la repressione di chi manifesta e la cementificazione delle nostre città, vera guerra del cemento alla vita. Fridays For Future Italia invita a manifestare in ogni forma per la giustizia economica e sociale, per ogni decimo di grado in meno, per una pace giusta, costruita dalla democrazia, e non per una guerra delle élite per il mantenimento delle disuguaglianze esistenti. Chi vuole la pace, prepari la vita“.

XR denuncia le Questure di Roma e Brescia 

Intanto, è appena arrivata una notizia che farà senz’altro discutere: alcuni attivisti di Extinction Rebellion (XR) hanno presentato una denuncia nei confronti delle Questure di Roma e Brescia, in seguito a quanto accaduto nel corso di due distinte manifestazioni, organizzate rispettivamente il 22 novembre 2024 e il 13 gennaio 2025.
Nel novembre scorso, nella Capitale, diverse decine di attivisti si erano radunati per un sit-in in piazza del Viminale, davanti alla sede del Ministero dell’Interno. Ben 75 i manifestanti che furono prelevati e portati di peso negli uffici della Questura di Roma: qui gli attivisti furono privati dei loro effetti personali, sottoposti a rilievi biometrici e trattenuti per dieci ore senza che neanche fosse redatto un verbale in grado di giustificare quanto accaduto. “Il trasferimento in Questura è previsto solo in caso di impossibilità di identificazione, circostanza che non si era verificata quel giorno, dal momento che erano stati forniti i documenti di identità”, spiegano gli attivisti.
A Brescia, invece, nel gennaio scorso, gli attivisti di XR avevano oganizzato una manifestazione davanti alla sede di Leonardo Spa. I manifestanti furono sgomberati e 17 di loro portati in Questura, trattenuti per nove ore, privati degli oggetti personali (compresi telefoni e farmaci). Tutto questo, secondo XR, nonostante nessun attivista si fosse opposto all’identificazione. Durante la permanenza in Questura, gli attivisti non solo non avevano potuto contattare i propri avvocati, ma ad alcune attiviste era stato ordinato di spogliarsi completamente e di eseguire degli squat. “Una pratica umiliante, prevista solo quando si abbia il legittimo sospetto che la persona nasconda armi o droga. Come giuristi, esprimiamo preoccupazione per l’inasprirsi delle prassi di intervento delle forze di polizia di fronte alle manifestazioni di dissenso, comprese quelle del tutto pacifiche e nonviolente” – spiegano gli avvocati di Extinction Rebellion – “Si tratta di una torsione del sistema in una direzione repressiva e volta a scoraggiare la libera manifestazione del pensiero, diritto fondamentale tutelato dalla nostra Costituzione e da fonti di rango sovranazionale. Torsione, peraltro, in linea con le recentissime e gravissime involuzioni autoritarie ed antidemocratiche del decreto legge appena approvato, che hanno determinato preoccupate prese di posizione, tra gli altri, del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa“.

 

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