ROMA – “Carissima presidente, ci rivolgiamo a lei sia in qualità di presidente del Consiglio che di mamma, ma soprattutto in qualità di figlia cresciuta con un solo genitore. Le vogliamo raccontare la storia di Stella, che abita nel nostro condominio. Quattro anni fa la mamma di Stella ha denunciato suo marito per violenze domestiche e da questa denuncia, dopo la separazione, è iniziato il calvario di mamma e figlia”. Comincia così una lettera accorata del condominio di Monteverde, quartiere di Roma, divenuto famoso in tutta Italia per essersi opposto nei giorni scorsi a un tentativo di prelevamento della piccola per portarla in casa famiglia. Giovani, nonne del palazzo, famiglie intere pacifiche sono scese nel cortile e nella casa della bambina che, spaventata dal pericolo che la strappassero dalla mamma – come ha documentato la stampa presente sul posto dopo la segnalazione di alcuni testimoni – si disperava e chiedeva aiuto a tutti coloro che l’hanno vista crescere in questi anni.
“Nel condominio siamo stati testimoni, molte volte, delle violenze, delle esternazioni, a dir poco singolari, del padre della bambina. Per noi Stella quindi è diventata una figlia, una sorella, una nipotina. Siamo testimoni della gentilezza e della discrezione della mamma, della serenità della bimba quando sta con lei e del suo dolore quando deve andare dal padre. Molti adulti hanno potuto constatare la serenità della bambina e del turbamento della stessa in presenza del padre, con vomito e urla. C’è un referto del Pronto soccorso, un disegno a dir poco sconvolgente, ma ovviamente non se n’è tenuto conto, perché cara presidente vale solo la testimonianza del padre. Si è svolta una conferenza stampa alla presenza dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Marina Terragni, le deputate Stefania Ascari, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Luana Zanella, le senatrici Alessandra Maiorino, Valeria Valente la già deputata Veronica Giannone, il consigliere comunale Daniele Diaco, ai quali può chiedere tutto di questa vicenda”, scrivono i condomini.
“NO ALLA COLLOCAZIONE IN UNA CASA FAMIGLIA”
“Da cittadini sappiamo bene come le mamme vittime di violenza passino in secondo piano, le deputate hanno dichiarato di essere a conoscenza di centinaia di casi orribili come questo, pertanto confidiamo assolutamente in lei per il cambiamento della legge e magari la costituzione di un organo di controllo su assistenti sociali e giudici. Sappiamo di chiedere cose non da poco, ma lei è il nostro attuale presidente, se non a lei a chi chiedere? Le denunce a carico del padre hanno portato un rinvio a giudizio. In tutto questo a seguito di Ctu, Ctp inascoltate, e relazioni del Sismif non considerate, ci domandiamo se sia prevalso davvero il bene della bambina. Le assistenti sociali e la curatrice, in nome della bigenitorialità ad ogni costo, hanno deciso di ricollocare Stella in casa-famiglia sradicandola dall’amore di tutta la comunità che la circonda, perché anch’essa ritenuta malsana come la famiglia. È più che evidente che della violenza non si è tenuto conto- denunciano i condomini di Monteverde- anzi è stata ridotta a difficoltà relazionali dei due coniugi. Siamo quindi a testimoniarLe come nonostante tutti i tentativi di mediazione degli avvocati, le Ctp, pagate a fior di quattrini, il tribunale prende decisioni univoche che si rivelano a favore di un padre che è rinviato a giudizio per violenza, ascoltando solo il parere dei cosiddetti tecnici, i servizi sociali, e mai la bambina, che si sappia ha più volte detto di avere lei stessa subito violenze dal padre”.
“Quando è stato necessario abbiamo civilmente e spontaneamente (ci sono video che possono documentare tutto ciò) fatto scudo per impedire il prelevamento della piccola. Abbiamo cercato di parlare con i servizi testimoniando quello che per questi quattro anni è stato sotto i nostri occhi, lo abbiamo fatto in maniera pacifica, ma accorata, tutti le vogliamo bene. La preghiamo faccia luce su questo caso, intervenga in prima persona, non lasci sola Stella (e come lei centinaia di bambini), la quale il 10 aprile dovrebbe essere collocata in casa famiglia. La piccola inoltre- concludono i condomini- ha nonni giovani e amorevoli, uno zio sposato e padre di una bambina di poco più grande che non sono minimamente stati valutati né presi in considerazione per un eventuale ricollocamento. Per sua opportuna conoscenza la Corte d’Appello ha ritenuto ammissibile un ricorso che si discuterà il 15 maggio”, concludono quindi gli amici del condominio di via Giuseppe d’Avarna 21-23.
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