A TeleAmbiente, Sofia Farina e Michele Argenta (autori insieme a Stefano Gaio del libro “Le alpi in fiamme”) hanno spiegato quali sono le maggiori criticità del sistema alpino ai tempi dei cambiamenti climatici.
Le Alpi si scaldano. E lo fanno più rapidamente rispetto al resto del continente. A testimoniarlo non è soltanto la scienza, ma anche l’esperienza quotidiana di chi le montagne le abita, le studia e le racconta. È da qui che nasce “Le Alpi in fiamme – Navigare i monti nella crisi climatica” (edizioni Raetia), un libro firmato da Sofia Farina, fisica dell’atmosfera, Michele Argenta, ingegnere energetico e divulgatore, e dal designer Stefano Gaio. Un’opera che unisce rigore scientifico, narrazione accessibile e infografiche intuitive per raccontare come il cambiamento climatico stia trasformando uno degli ecosistemi più fragili e importanti d’Europa.
La crisi climatica come urgenza
Il titolo del volume è già una dichiarazione d’intenti. “Volevamo dare il senso dell’urgenza di affrontare quello che sta succedendo a livello alpino”, spiega Sofia Farina intervenendo a TeleAmbiente. “Il sottotitolo, navigare i monti nella crisi climatica, indica l’intenzione di offrire uno strumento per orientarsi nel cambiamento così rapido che vediamo realizzarsi intorno a noi”.
Le Alpi, infatti, si stanno riscaldando a un ritmo più accelerato rispetto alla media globale: mentre la temperatura terrestre è aumentata di circa 1,5 °C, in area alpina si sono già superati i 2 gradi. Una soglia che ha conseguenze evidenti, molte delle quali già sotto gli occhi di chi frequenta l’alta quota.
“Abbiamo cercato di dare una visione complessiva degli impatti, non solo sui ghiacciai, che si ritirano in modo sempre più vistoso, ma anche su neve, precipitazioni, eventi estremi”, racconta Farina. “Abbiamo incluso anche le ricadute sulle attività umane: l’agricoltura, l’allevamento, la produzione di vino e birra, persino quella delle mele. Volevamo far capire che stiamo parlando di qualcosa che è già qui”.
Una guida pratica alla crisi climatica in montagna
Il libro, dunque, si configura come una sorta di guida pratica alla crisi climatica in montagna. “È un manuale delle giovani marmotte per quanto riguarda le montagne e la crisi climatica”, ironizza Michele Argenta. “L’abbiamo scritto innanzitutto per noi, per mettere ordine alle conoscenze accumulate negli anni, ma anche per chi si avvicina al tema, per chi è curioso e magari vuole capire come muoversi, o anche per chi si affaccia al mondo dell’attivismo climatico”.
Particolarmente interessante è l’uso delle immagini e dei dati visualizzati. Non si tratta solo di un espediente grafico, ma di una vera e propria strategia comunicativa. “L’immagine è una delle cose più potenti che abbiamo per raccontare i dati”, spiega Argenta, che da anni porta avanti su Instagram il progetto partecipativo occhio_del_gigiat. “Ci siamo accorti che molte persone, anche solo fotografando i laghi alpini prosciugati o le cime innevate a metà gennaio, si rendevano conto che qualcosa non andava. Noi abbiamo voluto affiancare a queste immagini dei dati che spiegano il perché. È un modo per far parlare la realtà, in modo accessibile”.
Le Alpi in fiamme, tra divulgazione e attivismo
Oltre al linguaggio visuale, il libro Le Alpi in fiamme si distingue anche per la capacità di unire testimonianza, divulgazione e attivismo. È un volume che non si limita a denunciare, ma prova a costruire consapevolezza. E lo fa a partire da un territorio che troppo spesso viene raccontato solo come cartolina turistica, ignorando la fragilità del suo equilibrio ecologico ed economico.
“Non stiamo parlando solo del futuro, ma di un cambiamento già tangibile, che ha già impatti sulla nostra vita”, sottolinea Farina. Un messaggio tanto chiaro quanto urgente, in un’epoca in cui la crisi climatica inizia a colpirwe in maniera diretta le esistenze di tutti noi. A ogni altitudine.
L’articolo “Le alpi in fiamme”, il libro che racconta la crisi climatica vista dalle montagne proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.