ROMA – Ve la ricordate la “pace in pochi giorni” che Trump imponeva alle agende dei media prima di infilarsi in una enorme guerra commerciale che avrebbe sconvolto l’economia mondiale? La guerra in Ucraina sta ancora lì, come una quinta in sullo sfondo. Solo che è stata superata dai dazi, per proporzioni ed appeal, nelle gerarchie della notizia.
Volodymyr Zelensky nel frattempo ha accusato la Cina di aver chiuso un occhio sul reclutamento di soldati cinesi per combattere per la Russia. E ha aggiunto che gli Stati Uniti pare siano rimasti “molto sorpresi” dalla rivelazione. Il leader ucraino afferma che Kiev ha ottenuto i dettagli dei passaporti di almeno 155 combattenti cinesi impegnati al fronte. Zelensky ha affermato anche che Pechino sapeva della presenza dei suoi cittadini, ma non crede che abbiano dato “qualche tipo di ordine” affinché si unissero alla lotta. Secondo lui la Russia stia usando i social, incluso TikTok, per reclutare mercenari stranieri, e si è detto pronto a scambiare soldati cinesi catturati con militari ucraini prigionieri.Ovviamente la Cina ha definito queste ipotesi “infondate”, in contrasto con qualsiasi tentativo di trovare una soluzione politica alla guerra in corso. “Il governo cinese chiede sempre ai cittadini cinesi di tenersi lontani dalle zone di conflitto”, ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri. La Russia tace.
Ma mentre inseguiamo le mareggiate dei mercati, e le bizze di Trump, i droni russi attaccano Kiev, continuamente. La pace è rimasta su un tavolo in Arabia Saudita, a prendere polvere.
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