ROMA – “Siamo il comparto che ha la qualità di personale più alta e la media della retribuzione più bassa. Chiunque dice che servono 500 euro, 600 euro di aumento e finché non ci saranno non ci sederemo al tavolo, quelle persone saranno destinate a non sedersi mai al tavolo, perché non ci sarà mai in un’unica soluzione un rinnovo contrattuale che da solo sarà in grado di corrispondere a quello di cui noi abbiamo diritto. Non dobbiamo esaltare l’arrivo del sol dell’avvenire, perché non arriverà, ma dobbiamo essere molto concreti e dire alle persone che rappresentiamo come portiamo a casa l’obiettivo dell’aumentare in maniera adeguata la retribuzione del personale”.
Lo ha detto la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, intervenendo alla convention delle candidate e dei candidati Cisl per le elezioni Rsu nel comparto istruzione e ricerca, all’Auditorium Antonianum di Roma.
In primo luogo, per Barbacci “dobbiamo sottoscrivere i contratti prima che i contratti scadano, e questo è il primo passaggio. Quando arrivano le convocazioni della contrattazione all’area noi facciamo festa, in altri luoghi fanno un funerale perché ritengono che sia una iattura sedersi al tavolo della trattativa. Noi dobbiamo intenderci con chi governa, chiunque ci sia, che noi assumiamo le scelte dei cittadini e trattiamo con il governo. Se fanno bene diremo ‘bravi’, se sbaglieranno li contesteremo, è semplice. E lo possiamo fare con piena naturalezza, non ci dobbiamo guardare indietro e dire ‘oddio e adesso che succede, i miei iscritti mi criticheranno?’. No, perché gli iscritti alla Cisl si iscrivono perché la Cisl faccia il sindacato, nient’altro di più, ma al massimo della sua potenzialità”.
Ecco perché, ha sottolineato la segretaria generale della Cisl Scuola, “al contratto del 22-24 che stiamo contrattando in queste ore dovremmo dare una bella accelerata per portarlo a casa il prima possibile con le risorse che sono oggi acconsentite. Che non sono sufficienti, lo sappiamo, però quel contratto non è un contratto che se lo lasciamo correre maturerà altre risorse, quelle sono state già destinate dalle leggi di bilancio 2022-23-24. In questi ultimi giorni abbiamo avuto contezza di quanto sarà l’aumento contrattuale, pari al 6%, che per la categoria che noi oggi rappresentiamo, Università, ricerca e istruzione, si allinea intorno a 150 euro medie. È chiaro che questo non è un passo sufficiente per poterci ritenere soddisfatti e allora che facciamo? Andiamo sull’Aventino? Non contrattiamo? No, esattamente il contrario. Noi ci sederemo al tavolo e tratteremo fino all’ultimo centesimo non sprecando nemmeno un euro, cercheremo di chiedere anche qualche risorsa in più da poter ottenere anche per la contrattazione integrativa, faremo il nostro lavoro per completare la parte legislativa, quella normativa del contratto”.
Per Barbacci “dobbiamo uscire dall’appiattimento contrattuale che imperversa per quanto riguarda il personale docente, è un tratto che dobbiamo superare, dobbiamo ascoltare quello che accade dentro le scuole e poterlo scrivere nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro”. Ecco perché “appena finite le elezioni Rsu daremo una bella accelerata, segnatevelo, e faremo di tutto per trascinare i nostri compagni di viaggio perché invece quelli sono recalcitranti, vorrebbero non firmare il contratto e urlare alla Luna. Non arriveranno risorse nuove nel 22-24 ma possiamo chiudere il contratto e agganciare immediatamente il 25-27, che porta già le risorse in legge di bilancio sufficienti per poterci sedere al tavolo. Quindi nel giro di qualche mese, non di anni, possiamo riuscire a mettere nelle tasche del personale che ci riconosce affidabilità e pragmatismo anche oltre 300 euro di aumento, che è un risultato nel tempo dato”. “Se non avvieremo presto la trattativa per il 25-27 già da aprile comincerà l’inserimento dell’indennità di vacanza contrattuale, lo 0,60% ci verrà data ad aprile e l’1% ci verrà data a luglio. È un contagocce che in qualche modo ci impedisce di fare massa critica dal punto di vista economico e di scrivere noi le regole all’interno del rapporto di lavoro, perché poi saranno le leggi a sostituirsi ai contratti e sarà il Parlamento a fare la parte che invece il sindacato deve fare”, ha concluso la sindacalista della Cisl.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it