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Trump: ti ritiri tu? Putin: tiritirità


ROMA – Va bene, il titolo è solo una battuta. Ma il rischio che le sparate quotidiane del Presidente degli Stati Uniti possano essere derubricate a battute di un comico esiste, diventa concreto. E sarebbe un guaio ancora più grande per tutti noi. L’ultima di Trump è l’avviso minaccioso al riottoso collega russo, Vladimir Putin, a smetterla con la guerra all’Ucraina entro fine aprile. Altrimenti? Non lo dice ma, visto quello che sta accadendo con i dazi imposti a tutti i paesi del mondo che, parola di Donald, hanno fregato soldi all’America, magari se ne uscirà minacciando la distruzione totale della Russia. Il personaggio è questo, scatena il caos di proposito e da questo pensa di ricavarne un guadagno per sé e la cricca che lo accompagna alla Casa Bianca. Guadagno per sé, una vergogna e uno scandalo. Alla faccia di chi pensa ancora agli Stati Uniti come il paese buono sempre pronto ad aiutare gli altri. È emerso, infatti, che mentre le borse di tutto il mondo sprofondavano e bruciano migliaia e migliaia di miliardi di investimenti altrui, il Presidente degli Stati Uniti come un biscazziere chattava in rete che quello era il momento migliore per comprare.

Ancora oggi siamo alle prese con il grande danno causato con l’imposizione dei dazi, che colpiranno anche il nostro Paese, che solo dopo i disastri finanziari a ripetizione il nostro ha congelato per i prossimi 90 giorni. Prima lancia la bomba e poi visto che sta ammazzando anche i suoi ferma tutto per qualche giorno. A leggere i commenti, i più diversi e autorevoli, sui media americani prevale lo sconforto, la paura di essere finiti nelle mani di un folle, totalmente all’oscuro di quello che i suoi atti possono e potranno determinare. Attorno al nostro comandante in capo un circolo di uomini fidati venuti su dal nulla solo grazie al fatto di essersi distinti nell’arte di leccapiedi, che mai e poi mai mettono in discussione il loro capo, dicono e diranno sempre sempre di sì a qualsiasi ordine anche se sarà lampante trattasi di sciocchezza. Come la sua spiegazione in mondovisione nella presentazione dei dazi giustificata da tabelle con percentuali che tutti gli economisti del mondo hanno definito una patacca, messa su solo per giustificare una scelta ideologica senza alcun fondamento economico. Dobbiamo sempre ricordare che Trump alla fine ha un dna da palazzinaro, ragiona da palazzinaro, abituato a competere per accaparrarsi un terreno qualsiasi da rendere poi edificabile anche ricorrendo a mazzette e intrallazzi. Una gara dove c’è solo lui contro tutti e alla fine vince solo uno, lui.

Le cronache giornalistiche spiegano che adesso in tutta l’America sta salendo la preoccupazione, che al nostro possa sfuggire del tutto il senno. Si pensa a quello che potrebbe accadere tra pochi giorni, il prossimo 20 aprile, quando Trump attende il rapporto ufficiale sulla situazione dei migranti al confine con il Messico. Al momento del suo insediamento, infatti, col suo pennarellone nero Trump aveva firmato un ordine esecutivo in cui diceva che ‘entro 90 giorni (che scadono il 20 aprile, ndr) il segretario alla Difesa e quello alla Sicurezza devono presentare un report, incluso se invocare l’Insurrection act’ che appunto assegna pieni poteri al Presidente, sospende ogni diritto e dà il potere di reprimere ogni dissenso con l’esercito e la forza. Una vero colpo di stato autoritario. Sui social americani impazza e si è scatenata la psicosi, in tanti pensano che Trump in quell’occasione potrebbe imporre la legge marziale. Dio non voglia, sarebbe una decisione drammatica, che sposterebbe di fatto gli Stati Uniti nel campo dei paesi antidemocratici, nemico della libertà e dei diritti. I più cattivi associano la data del 20 aprile anche a quella di nascita del capo nazista Adolf Hitler. Troppo? Non per Trump, che tranquillo in passato ha detto che ‘Hitler ha fatto pure cose buone’. Incrociamo le dita e confidiamo nella saggezza del nostro Stanislaw Jerzy Lec: “Chi ha la lingua lunga, può inciamparci”.
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