Di Nadia Cozzolino ed Elisa Manacorda
NAPOLI – “Questa è una vera e propria festa, una kermesse nella quale noi celebriamo l’artigianato anche sotto una luce nuova, più moderna, più dinamica. Un artigianato protagonista”. Lo ha spiegato alla Dire Giancarlo Maresca, presidente di ‘Le Mani di Napoli’, aprendo la seconda edizione di “Napoli Crea – La rivoluzione gentile, gli Stati Generali dell’Artigianato” un appuntamento diffuso che si tiene oggi e domani nella città di Napoli, con eventi nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi e a villa Doria d’Angri, per celebrare la Giornata nazionale del Made in Italy.”Le Mani di Napoli – ha aggiunto Maresca – guarda non solo all’artigianato, ma all’artigiano come a una figura protagonista, una figura che se unisce le proprie forze con i colleghi della città, del Paese, internazionali, diventa un player di livello assoluto, un interlocutore anche della politica sia locale sia nazionale”.
Scopo dell’iniziativa è anche quello di lanciare proposte alla politica: “Noi vediamo nuovi scenari per l’artigianato e oggi discutiamo in particolare il tema delle indicazioni geografiche protette, disciplina prevista dall’Unione europea per preservare quello che c’è: il mondo tradizionale, quindi le tecniche ancestrali che danno luogo alla qualità, ma anche avere una nuova qualità dell’artigiano. Questa la sfida: avere la vecchia qualità del prodotto con una nuova qualità dell’artigiano”.Il convegno, infatti, vedrà anche la presentazione ufficiale della Dichiarazione di Napoli, un documento programmatico che propone una nuova stagione per l’artigianato italiano, a partire dal riconoscimento Igp per le produzioni non agroalimentari, così come previsto dal nuovo regolamento europeo in vigore dal primo dicembre 2025. Un cambio di passo che rappresenta una svolta giuridica, culturale ed economica, e che mira a fare di Napoli la capitale delle Indicazioni Geografiche per l’artigianato e modello di rigenerazione urbana fondata sulla bellezza, sull’identità e sulla qualità.Dopo l’incontro di oggi, ospitato nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, Napoli Crea si sposta domani a villa Doria d’Angri, dove si entrerà nel vivo delle visioni internazionali e delle prospettive di crescita dell’artigianato Made in Italy.
FALCIATORE (COMUNE NAPOLI): “CITTÀ LEGATA A VALORE ARTIGIANI”
“Il Comune di Napoli, il nostro sindaco Gaetano Manfredi in particolare, e io con lui, ritengono che l’identità e la storia della nostra città siano fortemente legate alla storia e al valore degli artigiani”. Parola di Maria Grazia Falciatore, capo di gabinetto del Comune di Napoli.
“È un’iniziativa molto bella – ha spiegato Falciatore alla Dire -, legata a una creatività che, portando con sé bellezza, può cambiare le cose, può cambiare un volto della città a partire dalla creatività e dalla forza che il valore dell’artigianato ha. Momenti come questi sono importanti per fare rete, per riflettere, per continuare a crescere”.
CASARTIGIANI NAPOLI: “PRESERVARE LEGAME SARTORIA-TERRITORIO”
“L’unione tra la sartoria napoletana e campana e il territorio può dare quell’appeal, di storia, di cultura, che diversamente hanno altri territori. Napoli non può essere conosciuta nel mondo solo per il food: noi dobbiamo, al di là dei dazi, esportare qualità, tradizione e saper importare anche un turismo di élite”. La pensa così Fabrizio Luongo, segretario di Casartigiani Napoli.
“Quest’evento – ha spiegato Luongo alla Dire – diventa un appuntamento fisso, atteso dall’economia, dalla politica e dai media. Un’occasione importante per fare il punto su un tema delicato, cioè la sartoria napoletana e campana vista come una opportunità di occupazione e di sviluppo, importante soprattutto per i nostri giovani”.
IEROPOLI (ATTOLINI): “‘MANI’ SARTO RESTANO VOLANO SVILUPPO”
“Certamente l’artigianato a Napoli è la traccia fondamentale della cultura del saper fare. Direi che un ruolo importantissimo in questa giornata lo hanno le mani di Napoli. Probabilmente in questi tempi digitali, nonostante il digitale sia una parola che rinvia alla mano, abbiamo dimenticato il sapere della mano. La mano viene vista a volte come qualcosa di astratto, invece la mano, il saper fare, la sapienza della mano, ha ancora molto da insegnare. L’artigianato, la sartoria può essere un volano di sviluppo per il nostro tessuto culturale, economico. Si parla di digitale però il digitale è come se fosse la mano astratta, invece qua parleremo della mano concreta”. Lo spiega alla Dire Giuseppe Ieropoli, responsabile della Cesare Attolini Spa.
Ieropoli promuove poi l’idea di una indicazione geografica per la sartoria: “Le indicazioni geografiche – dice – rinviano alla storia e la rinviano nel presente, ma con un occhio al futuro. Quindi, bisogna sempre tenere presente l’interconnessione tra questi tre momenti. È un ricordare la storia, il presente e come si può prospettare il futuro, insieme”.
ORIGIN: “DISCIPLINARE TUTELA TRADIZIONE SARTORIA NAPOLI”
“Il nuovo regolamento europeo, che entrerà in vigore a dicembre di quest’anno, riconosce le denominazioni di origine per i prodotti dell’artigianato, che saranno equiparati al Parmigiano Reggiano, allo champagne, per lo stesso tipo di protezione del nome, per le comunità di artigiani di uno specifico territorio, che hanno una qualità e una reputazione legata al prodotto. L’artigianato di Napoli, a partire dalla sartoria, sicuramente rientra perfettamente in questo tipo di di schema e oggi si avvierà un processo di codificazione di quella che è la tradizione dell’artigianato e della sartoria”. Lo ha spiegato alla Dire Massimo Vittori, direttore di OriGIn, che partecipa alla seconda edizione di “Napoli Crea – La rivoluzione gentile, gli Stati Generali dell’Artigianato”.Per Vittori è “molto interessante coinvolgere tutti gli attori del settore, ripartendo dalla storia, dalle tradizioni, per andare a codificare quello che sarà il futuro disciplinare. OriGin, l’organizzazione mondiale delle denominazioni di origine, è molto felice e anche lieta di accompagnare questo processo”.
Pensando al futuro, il direttore di OriGin ha evidenziato che un disciplinare “può evitare che certe tradizioni centrali vengano perse e, soprattutto, una volta codificate, anche dare una giusta remunerazione economica e degli strumenti giuridici per combattere le frodi, affinché questa tradizione che appartiene a Napoli rimanga nel territorio. Vedo molto entusiasmo per un processo molto interessante, questo ci fa molto piacere”.
DE MATTEIS: “IGT AIUTO PER SARTORIA MA NON UNICA SOLUZIONE”
“Il Made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo, ed è sicuramente un plus. Ogni volta che si può va rimarcato perché sicuramente all’estero è molto apprezzato”. Questo il messaggio lanciato, nella Giornata del Made in Italy, da Antonio De Matteis, presidente di Pitti e Ceo di Kiton.
Il convegno si è occupato anche del tema dell’indicazione geografica come un’opportunità di tutela e valorizzazione dell’artigianato napoletano. “Sicuramente – ha spiegato De Matteis alla Dire – può essere una bellissima cosa. Ma io dico anche che non ci dobbiamo cullare, non dobbiamo pensare che perché la sartoria è nata a Napoli poi le porte si aprono da sole. Bisogna sempre lavorare. Sicuramente, quindi, l’indicazione geografica può essere un aiuto ma non è la soluzione. Bisogna lavorare sempre molto sul prodotto e ognuno di noi deve fare la propria parte, ognuno di noi quando va all’estero deve rappresentare Napoli in modo degno e bello”.
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