FIRENZE – Salgono a 91mila le imprese italiane con un sito di e-commerce: rispetto al 2024, il dato è in crescita del 3,4% a riprova di un settore che prosegue la propria espansione. Il dato proviene dall’osservatorio siti e-commerce italiani realizzato da Netcomm, il consorzio del commercio digitale in Italia in collaborazione con Cribis, la società del gruppo Crif che fornisce informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese.
IL NETCOMM FORUM
A crescere sono soprattutto le società di capitale che vedono un incremento dell’8,5% da 47mila a 51mila in un anno. I dati saranno presentati nel corso della ventesima edizione di Netcomm forum, l’evento di riferimento dell’e-commerce e del digital retail realizzato con il supporto tecnico di Tig- The Innovation Group, che si terrà da oggi a domani, 15 aprile e 16 aprile, all’Allianz MiCo di Milano con l’edizione intitolata ‘The Next 20 Years in 2 Days’.
“L’E-COMMERCE ‘MADE IN ITALY’ SEMPRE PIÙ ASSET STRATEGICO”
L’e-commerce italiano, commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm, “continua a consolidarsi, diventando un asset strategico per la trasformazione digitale delle imprese. L’analisi del nostro osservatorio- prosegue Liscia- è stata realizzata in collaborazione con Cribis ed evidenzia un settore sempre più strutturato, con aziende che investono in innovazione, digitalizzazione e customer experience”. Tuttavia, secondo il presidente di Netcomm, “permangono sfide importanti, come la necessità di rafforzare la presenza internazionale del made in Italy e di favorire una maggiore integrazione tra i canali di vendita online e offline. Il futuro del commercio sarà sempre più orientato a modelli omnicanale e a soluzioni che garantiscano un’esperienza d’acquisto personalizzata e fluida per i consumatori”.L’amministratore delegato di Cribis, Marco Preti, parla di un asset ormai strategico per le imprese italiane anche per la sperimentazione di nuovi modelli di business: “La crescita delle aziende strutturate, con una presenza e-commerce solida, è segnale di una maturazione importante del mercato italiano, che guarda con sempre maggiore attenzione alle tecnologie avanzate e all’internazionalizzazione”. Preti quindi aggiunge: “Tuttavia, per cogliere appieno tutte le opportunità offerte dal digitale, è essenziale continuare a investire in innovazione e sviluppare competenze specifiche, creando un equilibrio efficace tra canali online e offline”.
IL PROFILO DELL’AZIENDA CHE FA E-COMMERCE
L’analisi offre una panoramica più di dettaglio della realtà dell’e-commerce italiano: ad esempio, il 19% delle aziende attive nel settore si trova in Lombardia, l’11,6% nel Lazio e l’11,3% in Campania, mentre a livello provinciale i principali hub si confermano Milano, Roma e Napoli. A livello di macro-aree, invece, spicca l’incidenza del Sud e delle isole col 31% di aziende localizzate. Molto significativo il peso delle micro e piccole imprese, mentre a livello di ambito di attività dominano l’industria delle bevande, le attività editoriali e la fabbricazione di prodotti chimici.L’87,2% delle aziende analizzate possiede almeno un account social, strumento ormai indispensabile per la promozione e il customer engagement. Di queste l’84,4% ha un canale Facebook, mentre il 69,6% è attivo su Instagram. Superano la soglia del 10% YouTube, LinkedIn e X. Alta è inoltre la propensione agli investimenti in digitalizzazione: il 67,2% delle aziende monitorate registra un livello alto di digital attitude, contro il 49,2% riscontrato nel 2024.Segnali di progresso si notano riguardo anche l’innovazione, mentre si mostra ancora debole la proiezione verso l’estero: oltre il 54% delle aziende di e-commerce ha un basso livello di internazionalizzazione. Rispetto infine ai metodi di pagamento prevale la diversificazione: l’83,4% delle aziende offre agli acquirenti più di una soluzione.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it