ROMA – Tra Israele e Hamas sono riprese al Cairo trattative indirette per rivitalizzare l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma il negoziato potrebbe aver già raggiunto un punto morto. Il gruppo politico-militare che controlla l’enclave palestinese ha confermato di aver ricevuto la proposta consegnata dai delegati di Tel Aviv ai mediatori di Qatar ed Egitto, e che la sta “esaminando”. Tuttavia, un alto funzionario all’emittente Aljazeera ha già dichiarato che “è un piano irricevibile”.
Israele ha chiesto il completo disarmo del movimento e il rilascio di undici ostaggi israeliani in cambio di una interruzione temporanea dell’offensiva militare. “Il disarmo di Hamas non è una proposta ricevibile” ha detto Sami Abu Zuhri, “perché finché ci sarà un’occupazione, la resistenza continuerà”.Hamas si definisce un movimento di resistenza all’occupazione militare di Israele, mentre quest’ultimo considera Hamas un movimento terrorista.
Dal canto suo, ricorda ancora ad Aljazeera Abu Zuhri, Hamas ha chiesto garanzie per una interruzione permanente del conflitto, offrendo in cambio “il rilascio in un’unica soluzione” dei 59 israeliani tenuti ancora prigionieri a Gaza dall’ottobre 2023.
Oggi, il Times of Israel fa sapere che 350 intellettuali israeliani – tra cui scrittori, poeti e artisti – hanno siglato una lettera congiunta in cui hanno esortanto il premier Benjamin Netanyahu ad accettare l’offerta, nonché a “porre fine alla guerra a Gaza” che causa “danni sproporzionati ai civili” e a porre fine al “colpo di stato istituzionale” che starebbe perpetrando. Tra i firmatari, figurano David Grossman, Shifra Horn, Fania Oz-Salzberger, Yehoshua Sobol, Ilan Sheinfeld e Zeruya Shalev.
Nella lettera-appello, i letterati affermano: “Hamas ha proposto un accordo per la restituzione degli ostaggi, il rilascio dei prigionieri e un cessate il fuoco.
Il primo ministro ha delineato un accordo graduale, ma negli ultimi diciassette mesi ha fatto tutto il possibile per ostacolarlo, temendo che la fine della guerra avrebbe significato la fine del suo governo e della sua libertà come imputato”, in riferimento al procedimento giudiziario ripreso a inizio marzo che lo vede coinvolto dal 2019 in tre casi distinti per corruzione e frode.
“Per amore della sua libertà- scrivono ancora- temendo l’incarcerazione per le accuse pendenti, il primo ministro continua a privare gli ostaggi della loro libertà, a mettere in pericolo i soldati dell’Idf e a infliggere danni sproporzionati alla popolazione civile di Gaza, il tutto mentre intensifica un colpo di stato costituzionale all’interno di Israele. Così facendo, il primo ministro sta violando i valori più basilari di una società giusta e di una nazione democratica, nonché i principi fondanti della Dichiarazione d’Indipendenza di Israele”.
Il cessate il fuoco stretto con Hamas a gennaio avrebbe dovuto prevedere tre fasi di 42 giorni, durante le quali Hamas avrebbe rilasciato 33 ostaggi e fronte di diverse decine decine di prigionieri palestinesi, mentre Israele avrebbe ritirato gradualmente tutte le sue forze dalla Striscia e riaperto i valichi per la consegna degli aiuti e dei beni alla popolazione.
Nella prima fase le parti hanno osservato tutte le clausole, ma la seconda fase non è mai iniziata, finché il 18 marzo Israele ha ripreso a bombardare la Striscia, invadendola via terra. Secondo il ministero della Salute di Gaza, da allora sono morti oltre 1.500 civili, portando il bilancio dal 7 ottobre 2023 a 50.983 morti identificati e 116.274 feriti.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it