BOLOGNA – Sono stati consegnati oggi i premi per i Cracking Cancer Award 2025. Ecco chi sono i vincitori.
IMAN KAMALI
Iman Kamali (progetto KHAI – azienda Huvant): Il progetto sfrutta una piattaforma che prevede l’utilizzo di realtà virtuale estesa e aumentata, col supporto anche dell’intelligenza artificiale, per aiutare il medico nel corso degli interventi in particolare sulle neoplasie del rene. Il chirurgo viene guidato con la cosiddetta navigazione intraoperatoria, andando a individuare i punti anatomici critici e sulla base di questi decidere la strategia operatoria. La piattaforma viene anche utilizzata per la formazione degli specializzandi e la raccolta di dati.
MARIA ROSARIA NATALE
Maria Rosaria Natale (Ceo Your business partner): E’ un progetto che connette in modo reale ed effettivo tutti gli stakeholders per migliorare le cure ai pazienti con leucemia mieloide acuta. E’ una patologia rara nei giovani, ma non rara per le persone anziane, soprattutto dai 70 anni in su. Nel mercato è arrivato un farmaco orale per la cura di questa patologia e questo è un aiuto molto importante, perchè per questi pazienti immunodepressi e con situazioni complesse poter avere le cure a casa è estremamente importante. Quindi cure di prossimità in campo oncologico, ma mantenendo la cura e la safety del paziente complesso. Lavorando su due centri di eccellenza, a Milano e a Ferrara, possiamo disegnare un modello che può essere poi portato a livello nazionale.
NICCOLÒ BERNI
Niccolò Berni (founder Lemons in the room): E’ un approccio innovativo, si chiama terapia immersiva e consente al paziente, mentre fa le infusioni chemioterapiche, di farle in un posto migliore. Grazie ai visori e alla realtà virtuale il paziente viene telesportato in un ambiente naturale, una spiaggia o una montagna. Può seguire delle tracce di meditazione, di respirazione e di rilassamento, in modo tale da gestire sintomi di ansia, stress e dolore per una migliore qualità di vita. Mettendo al centro il benessere del paziente, si riesce anche a migliorare l’outcome terapeutico. Per dimostrarlo è in corso uno studio scientifico all’ospedale Careggi di Firenze.
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