ROMA – Rinnovare la collaborazione tra il mondo delle professioni e quello delle imprese, nell’ottica di rafforzarsi reciprocamente. Solo così sarà possibile formare al meglio figure tecniche capaci di incrementare la competitività delle aziende, migliorare la qualità dei loro prodotti e contribuire a mantenere alto il livello del ‘Made in Italy’, che – in questa fase di tensioni commerciali internazionali – può fare la differenza per l’intera economia del Paese.
Di questo si è parlato nel convegno promosso a Roma dal CNPI (Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati) e da Confartigianato, dal titolo “Made in Italy, Territorio e Imprese. Le Indicazioni Geografiche Protette come valore per il sistema produttivo”, organizzato in occasione della seconda Giornata del Made in Italy.
Sono intervenuti: Amos Giardino, vicepresidente CNPI; Bruno Panieri, direttore delle Politiche Economiche di Confartigianato; Guido Radoani, responsabile Sistema Imprese di Confartigianato; Paolo Manfredi, responsabile Cluster Sport Confartigianato e Carlo Pilia, docente presso l’Università di Cagliari.
I rappresentanti di Confartigianato hanno sottolineato l’importanza di tutelare le imprese italiane, profondamente danneggiate dalle opere di contraffazione (moda, alimentare, farmaceutica, elettronica: i settori più esposti, con oltre 113mila aziende a rischio), e hanno evidenziato il ruolo fondamentale degli strumenti attualmente disponibili per la difesa del Made in Italy.
Il presidente del CNPI, Giovanni Esposito, ha dichiarato: “Crediamo molto nel Made in Italy, e abbiamo creduto sin dal primo momento a questa giornata promossa dal Ministero. Come periti, siamo esperti nelle varie materie e in prima linea contro la contraffazione: tanti colleghi vengono chiamati nei tribunali per le perizie a tutela dei prodotti italiani. Al primo posto – ha ricordato – dobbiamo mettere la qualità e la sicurezza, che nasce dal rispetto di normative e procedure su cui Italia ed Europa sono molto attente”.
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