RIMINI – È “la fine di un incubo” nella Repubblica di San Marino. Dopo una nuova ondata di avvelenamenti di cani, la polizia civile ha fermato un uomo di oltre 80 anni ‘incastrato’ dalle immagini delle telecamere di sorveglianza nelle vicinanze in cui sono stati ritrovati i bocconi avvelenati. Un’arma ormai nota alle forze dell’ordine sammarinesi e ai proprietari degli animali che convivono da quasi 15 anni con il terrore di vedersi ammazzare subdolamente il proprio fedele amico.
ANNI DI INDAGINI SULL’ASSASSINO SERIALE
Da quello che riportano le testate locali, l’anziano sarebbe da tempo attenzionato dalle forze dell’ordine, impegnate da anni in una caccia all’ignoto, chiamato nelle cronache come ‘il killer dei cani’: un assassino seriale, abitudinario nel modus operandi e fedele alla stessa arma mortale, esche mortali fatte di carne o grasso di prosciutto cosparse di veleno liquido, l’Endusulfan. Si tratta di un diserbante potente non più in commercio in Italia, né a San Marino dal 2006, ritenuto pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.
PERQUISITA L’ABITAZIONE
I sospetti c’erano a quanto pare, ma mancava qualcosa per inchiodarlo, fino a ieri sera: l’uomo è stato fermato dopo una perquisizione nella sua abitazione e condotto al Comando della Polizia Civile per una prima audizione. Decisive per individuarlo sarebbero state le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nei pressi dei luoghi dove sono stati ritrovati gli ultimi bocconi avvelenati che hanno colpito sette cani, uccidendone uno. Gli investigatori, incrociando i filmati con le informazioni raccolte nei numerosi precedenti episodi, sono risaliti al veicolo dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine. Ad ogni modo, l’80enne non risulta al momento sotto arresto: su di lui gravano prove indiziarie, è stato sentito dagli agenti e denunciato a piede libero. San Marino Rtv, televisione di Stato, fa sapere che si attendono a breve comunicazioni ufficiali delle forze dell’ordine. Sarà poi il giudice a valutare se vi siano elementi concreti per convalidare l’arresto e valutare le eventuali esigenze cautelari.
NEL 2011 LO STOP ALL’ESPOSIZIONE CANINA
Tra i casi più eclatanti che figurano nel curriculum criminale dell’uomo figura quello che ha portato ad annullare la 29^ esposizione internazionale canina della Repubblica: nel maggio 2011 infatti la mostra è stata interrotta per l’avvelenamento di tre cani iscritti all’esposizione, di cui due non hanno avuto scampo. Risultò che le esche mortali erano state distribuite nell’area verde in cui sostavano gli ospiti dell’evento. L’episodio ebbe enorme risonanza e fece capire alle forze dell’ordine che non si trattava di semplici episodi sporadici.
APAS: “LA FINE DI UN INCUBO”
“Finalmente ieri sera il presunto Killer dei cani è stato individuato e questa volta sembra sia quella buona- riporta Apas, l’Associazione per la protezione degli animali sammarinese- L’incubo per i proprietari di cani iniziato nel 2011 sembra terminato, ma rimane l’enorme dolore per la lunga scia di sofferenza durata quasi 15 anni. In questo lungo periodo si contano circa 40 decessi accertati di cani (per la maggior parte concentrati negli episodi del 2011 e 2022) e molti altri avvelenamenti che fortunatamente si sono risolti grazie al pronto intervento dei veterinari”.
ANCHE IERI COLPITI 7 CANI, UNO DECEDUTO
L’associazione ricorda poi “i gravissimi episodi di ieri, dove sono stati avvelenati sette cani, fra i quali una giovane cagnolina, purtroppo deceduta per gravi complicanze respiratorie ed un altro cane tutt’ora in condizioni molto critiche”. E svela che il soggetto individuato dalle forze dell’ordine è una vecchia conoscenza degli animalisti e della giustizia sammarinese: “Recentemente lo stesso soggetto è stato condannato per ingiuria e minacce a seguito dell’invio di lettere anonime deliranti e piene di odio all’indirizzo dell’Apas- spiega- e di diversi cittadini che in qualche modo avevano a che vedere con gli animali”. L’associazione infine ricorda, in particolare, due vittime del killer, Maya e Tea, due cagnoline di una socia, avvelenate nel giardino di casa, di cui riporta sui social le immagini dei loro corpi senza vita.
(Fonte foto di apertura: Apas)
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