Credits: World Press Photo
ROMA – È la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, ad aggiudicarsi il premio di Foto dell’anno 2025 del World Press Photo. A farle ottenere il prestigioso riconoscimento è stata la foto intitolata ‘Mahmoud Ajjour, 9 anni’. Lo scatto, del 28 giugno scorso, ritrae un bambino palestinese, rimasto ferito durante un attacco israeliano a Gaza City nel marzo 2024 a cui sono state amputate entrambe le braccia.
Evacuata da Gaza nel 2023, Abu Elouf abita nello stesso complesso residenziale del piccolo Mahmoud e ha realizzato lo scatto per il New York Times.
LA STORIA DI MAHMOUD AJJOUR
Mentre la sua famiglia fuggiva da un assalto israeliano, Mahmoud è tornato indietro per incoraggiare gli altri ad andare avanti. Un’esplosione gli ha reciso un braccio e mutilato l’altro. La famiglia è stata evacuata in Qatar dove, dopo le cure mediche, Mahmoud sta imparando a usare i piedi per giocare al telefono, scrivere e aprire le porte. Oltre a questo, ha bisogno di assistenza speciale per la maggior parte delle attività quotidiane, come mangiare e vestirsi. Il sogno di Mahmoud è semplice: vuole farsi le protesi e vivere la sua vita come qualsiasi altro bambino.
I bambini sono colpiti sproporzionatamente dalla guerra. L’Agenzia delle Nazioni Unite, ha stimato che a dicembre 2024, Gaza aveva più bambini amputati pro capite che in qualsiasi altra parte del mondo.
Per la giuria globale “la foto parla dei costi a lungo termine della guerra, dei silenzi che perpetuano la violenza e del ruolo del giornalismo nell’esporre queste realtà. Senza sottrarsi agli impatti corporei della guerra, la foto si avvicina al conflitto e all’apolide da un punto di vista umano, facendo luce sui traumi fisici e psicologici che i civili sono stati costretti e continueranno a sopportare attraverso uccisioni e guerre su scala industriale”.
CHI È SAMAR ABU ELOUF
Samar Abu Elouf è una fotoreporter autodidatta di Gaza. Dal 2010 documenta la vita quotidiana, le notizie e i profondi effetti del conflitto sul suo Paese. Ha collaborato con numerose organizzazioni internazionali, tra cui il New York Times, Reuters, NZZ e Middle East Eye.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it