ROMA – “Oggi preferisco non rilasciare commenti, il mio pensiero è lo stesso di ieri, di oggi e lo stesso sarà anche domani. Ma anche tanti personaggi illustri del giornalismo, della politica, dello spettacolo, della cultura avrebbero potuto evitare di commentare, visto che nei loro post e nelle dichiarazioni leggo solo tanta ipocrisia, ruffianeria e falsità”. A parlare è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza che scomparve il 22 giugno 1983 mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica. Il caso Orlandi è diventato uno dei più celebri e irrisolti della storia italiana, con implicazioni e sospetti che hanno chiamato in causa il Vaticano, la malavita romana, i servizi segreti e altre importanti istituzioni.
In una vecchia intervista Orlandi disse: “Papa Francesco lo andai a trovare pochi giorni dopo la sua elezione, mi disse: ‘Emanuela è in cielo’. Tante volte ho chiesto di poterlo incontrare di nuovo ma nulla. Se ne avessi l’opportunità gli chiederei cosa significa e su quali basi mi disse quella frase”.
Conclude Orlandi: “Oggi però è anche la nascita di Roma e a Roma un commento lo voglio dedicare. Quando le attuali Parigi e Berlino erano solo sterpaglia, Londra un acquitrino e il Vaticano era solo un’area poco salubre dove sorgeva il circo di Nerone, Roma possedeva già un impero. Buon compleanno Roma”.
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