«La notizia della scomparsa del Santo Padre è stata veramente, per tutti noi Facchini di Santa Rosa, una fonte di grande dispiacere soprattutto in ricordo dell’incontro che abbiamo avuto l’11 gennaio 2024 nella sala clementina in visita privata». Il presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini, non nasconde la sua forte emozione a poche ore dalla scomparsa di Papa Francesco. Tante le speranze, che avevano pervaso anche Mecarini e i suoi dopo le dimissioni del Pontefice dal Policlinico Gemelli e le visite a sorpresa in Vaticano, di vedere il Papa rimettersi appieno. Poi, Lunedì dell’Angelo verso le 10.40, il cardinale Farrell ha annunciato quello che nessuno voleva e, soprattutto, si aspettava: «Francesco è tornato alla casa del Padre, la sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo e della fedeltà, del coraggio e dell’amore universale. In modo particolare a favore dei più poveri ed emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù. Raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio uno e trino». Questo il messaggio che ha scioccato l’Italia, il mondo e anche il Sodalizio. Il giorno della visita privata in Vaticano, concessa ai Facchini da Papa Francesco, rimarrà un momento indimenticabile con l’apice toccato al grido di «Evviva Santa Rosa, evviva Papa Francesco», incitato dal capofacchino Sandro Rossi e subito dopo da tutti i Facchini. Erano presenti anche la sindaca di Viterbo Chiara Frontini e il presidente della Provincia Alessandro Romoli. «Papa Francesco ci ha accolto con grande simpatia e calore – continua Mecarini – e soprattutto è rimasto molto stupito quando gli abbiamo tributato il grido ‘Evviva Papa Francesco’. Nella lettera che ci ha consegnato, poi, tra le altre bellissime cose che ha scritto, ha citato il nostro motto più famoso, ovvero Semo tutti d’en sentimento. Tutto ciò ha fatto in modo che ciascuno di noi si potesse sentire in comunione di spirito con il Santo Padre». Un legame, quello tra Viterbo, Santa Sede e Papa Francesco, che nasce dalla parola “conclave”, coniata a Viterbo, e dai Papi che risiedettero nella Tuscia, per continuare alle visite di Papa Giovanni Paolo II del 1984 che vide il Trasporto di Spirale di Fede, di Benedetto XVI del 2009 a Viterbo e Bagnoregio fino alla visita concessa l’anno scorso al Sodalizio da Papa Francesco. «Il ricordo di quella giornata e del suo pontificato in generale – dice ancora il presidente del Sodalizio Facchini di Santa Rosa – è grande e rimarrà nei nostri cuori per sempre. Un pontificato all’insegna dell’apertura e del dialogo a 360 gradi, interraziale, interreligioso, con tutti: a cominciare con i poveri. Un pontificato dedicato all’aiuto dei più bisognosi con grande umiltà e spirito di sacrificio». Quindi una speranza recente venuta meno. «Noi avremmo voluto – conclude Massimo Mecarini – e sperato fino all’ultimo che il Papa ci facesse visita per il Trasporto ma questo non è stato possibile ma sappiamo che è sempre con noi ogni 3 settembre». |