Un’azione pianificata in ogni minimo dettaglio. Gli attivisti di “269 Liberation animale” ricostruiscono le fasi della preparazione e dell’assalto al mattatoio Ilco di Acquapendente in un video postato in questi giorni sui social. «Tutto è iniziato con un piano» raccontano nel video in cui si vede, tra l’altro, la piantina della struttura. «Con tanti attivisti venuti da tutta Europa abbiamo liberato delle pecore e preso d’assalto il mattatoio – spiegano – Abbiamo formato due gruppi». Uno incaricato di liberare gli agnelli, l’altro di offrire un diversivo e occupare poi l’impianto. «Un gruppo è rimasto nascosto nel bosco mentre l’altro – raccontano – stava spianando la strada. Ci siamo intrufolati di nascosto tra i cespugli e abbiamo aspettato il segnale». Il segnale lo ha dato il secondo gruppo. «Dovevano fare irruzione urlando a squarcia gola». A quel punto il primo gruppo è corso verso il macello e ha liberato gli agnelli. «Erano più pesanti di quanto avevamo previsto – proseguono gli animalisti – trasportarli è stato difficile». Quella notte hanno liberato 17 agnelli che «sono stati portati in un posto lontano con persone fantastiche a prendersi cura di loro». L’altro gruppo ha occupato il mattatoio che è stato liberato dopo 12 ore dalla polizia che ha fatto uscire gli attivisti uno alla volta e li ha portati in questura a Viterbo e nella caserma di Tuscania dove sono stati identificati. Si tratta di 34 animalisti italiani, francesi e tedeschi che sono stati denunciati per occupazione, resistenza, e ipotesi di furto. Per tutti è stato emesso il foglio di via da tutta la provincia per periodi variabili da 3 a 5 anni a seconda dei precedenti che avevano alcuni di loro. |