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Musumeci e la sobrietà: “Certo che si può festeggiare il 25 aprile, io andrò in chiesa a pregare”


ROMA – “Cinque giorni di lutto nazionale, non è una frase fatta. Il lutto nazionale comporta in ciascuno di noi un certo adempimento e una certa condotta, altrimenti sarebbe solo un’ipocrisia. Alla domanda ‘Ma il 25 aprile si può festeggiare o celebrare?’ la mia risposta è ‘certo’. Tutte le manifestazioni sono autorizzate e consentite, naturalmente si fa appello alla sobrietà, considerato il contesto generale in riferimento ai 5 giorni di lutto nazionale. Si è polemizzato sui 5 giorni e si è polemizzato sulla parola ‘sobrietà'”. Così ìl ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, intervenendo all’interno di Non Stop News su Rtl 102.5

“Naturalmente c’è qualcuno che cerca il pretesto senza alcun rispetto per l’evento funebre che ha colpito la comunità cristiana. Io il 25 aprile, come ogni anno, vado in chiesa a pregare per tutte le vittime di quella tragedia nazionale e internazionale. Lo farò anche quest’anno. Il 25 aprile dovrebbe essere la festa nella quale si riconoscono tutti gli italiani per la ritrovata libertà e democrazia. Non può essere la festa di parte come qualcuno vorrebbe monopolizzare”.

Una stima delle persone che arriveranno a Roma per i funerali di Papa Francesco? “Ancora non è possibile fare una stima, continuano ad arrivare pellegrini e fedeli. Non sappiamo quanti ne arriveranno dall’Italia e dall’estero. Superano il milione di persone con una certa sicurezza”.

Il piano di sicurezza in vista delle esequie solenni sabato 26, aggiunge, “è quello che era stato già preventivamente concordato, anche sull’esperienza maturata nel passato sulla base dell’ultimo funerale del pontefice. Naturalmente, si tratta di percorsi blindati, dove l’impiego di unità delle Forze dell’ordine è assolutamente massiccio, finché ci consente di poter tenere tutto sotto controllo, nella misura in cui naturalmente questo sarà possibile farlo perché abbiamo la presenza di centinaia di migliaia di pellegrini e fedeli. Circa 11mila unità sono state richiamate, alcuni dalle ferie e dai permessi e da altre temporanee mansioni, proprio per dare particolare forza ad un piano di sicurezza che deve consentire il regolare svolgimento delle esequie funebri. Sono tante le delegazioni straniere, per le quali il Ministero degli Affari Esteri ha già predisposto tutti gli obiettivi e strumenti di propria competenza, si parla di 170 delegazioni. Ricordiamoci che con il funerale di papa Wojtyla a Roma si mobilitò una presenza di pellegrini che superava il milione di unità, fra quelli presenti in Piazza San Pietro e quelli nelle zone adiacenti.Quindi, utilizziamo il riferimento più recente per poter costruire un piano di sicurezza capace di rispondere delle esigenze”.

Quanto all’assistenza ai pellegrini e ai fedeli, il ministro dice: “Certo, abbiamo pensato anche a queste cose. Io ricordo che il capo di dipartimento di Protezione Civile, il prefetto Fabio Siciliano, è stato chiamato a coordinare le operazioni di accoglienza e di assistenza, anche sanitaria. L’impiego di circa 8mila volontari credo che serva appunto a consentire di stare il più vicino possibile alla gente, anche nelle lunghe attese. E poi naturalmente il raccordo con il prefetto di Roma e il questore per tutte le misure relative all’ordine pubblico, che restano di esclusiva competenza degli interni”.

Le maggiori preoccupazioni? Musumeci risponde: “Queste domande bisognerebbe farle a chi coordina il servizio dell’ordine pubblico, ma in questi casi, più che preoccuparsi, come amo ripetere sempre io, bisogna occuparsi. Bisogna neutralizzare sulla carta e nella fase operativa che serve, ogni tentativo di disturbo. Tutto quello che poteva essere fatto, è stato fatto, è stato predisposto e quindi dobbiamo essere necessariamente ottimisti. Il contesto geopolitico è assai complesso e difficile. L’Italia resta la culla della cristianità, il cuore della Chiesa Cattolica, ed è chiaro che l’attenzione di tutto il mondo in questi giorni è puntata su Roma e quindi sul Vaticano e tutte le iniziative collegate”.
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