ROMA -È a pieno regime la macchina organizzativa per i funerali di Papa Francesco domani dalle 10 presso la Basilica di San Pietro. Ben 130 le delegazioni confermate, tra cui 50 capi di Stato e 10 sovrani regnanti, come ha reso noto l’Ufficio del protocollo della segreteria di Stato. Previsti poi decine di migliaia di fedeli che seguiranno le esequie in piazza, grazie ai maxi schermi; la sicurezza prevede la ‘no fly-zone’ nell’area del Vaticano, il dispiegamento di tiratori scelti e poi diverse migliaia di operatori delle forze dell’ordine a cui si aggiungono i vigili del fuoco. Questo, accanto a tremila volontari della Protezione civile, 55 squadre sanitarie, 11 postazioni mediche avanzate, 52 ambulanze aggiunte a quelle già disponibili. L’Anas ha predisposto un piano straordinario di viabilità nazionale in previsione dell’arrivo di Capi di Stato e di Governo e per l’afflusso dei fedeli. Le esequie di Papa Francesco, il 266^ Pontefice della Chiesa cattolica, amico degli ultimi e argentino con radici italiane, trasformeranno Roma anche in un grande vertice diplomatico: accanto alla premier Giorgia Meloni e al presidente argentino Xavier Milei, si siederanno tra gli altri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il patriarca ortodosso Kirill, il principe William con il primo ministro britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos Jr, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, re Filippo e la regina Mathilde del Belgio, il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa, re Filippo Vi e la regina Letizia di Spagna. Presente anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Riflettori puntati anche su di lei, per un atteso bilaterale “fuori programma” con Trump per affrontare dei dossier cruciali: le tariffe alle importazioni, i negoziati di pace in Ucraina e il futuro della Striscia di Gaza. “Se a margine ci saranno delle possibilità di incontri con il presidente degli Stati Uniti, allora le coglieremo”, ha assicurato la portavoce della Commissione, Paula Pinho. A queste personalità si aggiungo il ministro degli Esteri del Giappone Takeshi Iwaya e la governatrice generale del Canada, Mary Simon, a completare le rappresentanze dei Paesi del G7. Grandi assenti invece, tra gli altri, la Cina e la Spagna del primo ministro Pedro Sanchez. Poi, il presidente russo Vladimir Putin (sostituito dalla ministra della Cultura, Olga Lyubimova) e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Su questi ultimi pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale.
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