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A Roma torna a zampillare l’acqua nella fontana di Santa Maria in Trastevere


ROMA – È tornata a zampillare l’acqua nella fontana di Santa Maria in Trastevere. Si è infatti concluso il cantiere di restauro di uno dei simboli del municipio I di Roma.Curati dalla Sovrintendenza Capitolina, all’interno del programma Pnrr – Caput Mundi, i lavori hanno avuto una durata di circa 210 giorni per un importo di 400mila euro. Situata nella più importante piazza del Rione, la fontana di Santa Maria in Trastevere è una delle più antiche della Città eterna.Iniziati il 28 agosto 2024, i lavori hanno previsto il restauro dell’intera fontana che presentava sedimentazioni calcaree e altre problematiche estetiche e funzionali su gran parte dell’apparato scultoreo.

In particolare, sulla vasca in marmo bardiglio di carrara e sul balaustro centrale sono state effettuate operazioni di rimozione del calcare attraverso la rimozione meccanica (martellina) e manuale con strumenti di precisione (micromartello pneumatico, bisturi, microincisori) combinati tra loro a seconda della tenacia e consistenza differenti dei depositi di calcare.All’interno della vasca è stata rimossa e ripristinata l’impermeabilizzazione.Per quanto riguarda la gradinata è stato applicato il trattamento biocida, sono state rimosse le vecchie stuccature non più idonee, sono state smontate, integrate e riallineate le lastre in travertino delle alzate dei gradini ed inseriti i tasselli per le parti mancanti delle pedate della gradinata.Successivamente sono state eseguite le operazioni di pulitura attraverso microsabbiatura. Sono state effettuate le stuccature.Per le superfici bronzee delle protomi a testa di luposono state rimosse le incrostazioni calcaree con mezzi meccanici manuali e strumentali, lavaggi con acqua e/o soluzioni detergenti, spazzolatura e risciacqui e applicati trattamenti inibitori della corrosione.Nell’area di rispetto è stata sistemata la pavimentazione e sono state rimosse le erbe infestanti.Per quanto riguarda l’impianto idrico è stata effettuata una verifica generale, comprensiva della sostituzione di parti non più funzionali e di tutti gli interventi necessari per il ripristino del tratto terminale dello scarico della fontana.Nello specifico è stata ripristinata la funzionalità dell’ultimo tratto di scarico mediante il raccordo tra il pozzetto di accumulo situato alle pendici della gradinata e l’imbocco in fogna.Per l’impianto di illuminazione, costituito da 8 corpi illuminanti disposti nella vasca principale e collegati da cavi liberi, la società Areti spa ha provveduto alla sostituzione delle vecchie lampade con quelle di nuova generazione a tecnologia Led.

Alla cerimonia di presentazione del restauro ha preso parte anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, celebrando il ritorno all’antico splendore di uno dei simboli più amati della città e del municipio I.”Dopo quelli delle fontane delle Tartarughe, Ara Coeli e Barcaccia- ha affermato il primo cittadino della Capitale- siamo molto contenti di inaugurare anche la conclusione dei lavori di questa fontana in piazza di Santa Maria in Trastevere, che è davvero bellissima.È stato un lavoro impegnativo, iniziato già ad agosto. Si tratta di una fontana antichissima, con una storia molto complessa: inizia infatti da Niccolò V per il Giubileo del 1450, anche se ci sono leggende di una fontana ancora più antica. E poi ci sono stati tanti interventi grazie a Maestri come Bramante, Bernini e Fontana, che hanno messo mano alla fontana, modificandone e riadattandone il disegno. Fino all’intervento del 1873. Poi è passato molto tempo prima dell’ultimo restauro, avvenuto 39 anni fa: questa fontana aveva davvero bisogno di un intervento, che è stato molto impegnativo, fra l’impermeabilizzazione, il calcare, la nuova illuminazione e il travertino. E si tratta davvero di un intervento molto bello in questa piazza straordinaria”.”I lavori- ha concluso Gualtieri- hanno origine giubilare, questa fontana mostra l’importanza dell’acqua come bene comune della nostra città e come proprio intorno all’acqua molti artisti abbiano saputo realizzare dei capolavori”.Un restauro, dunque, che restituisce al municipio I, a tutta la Capitale e ai suoi turisti non solo la bellezza originaria dell’opera, ma anche un pezzo della memoria collettiva di Roma.
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