a cura di Angelica Bianco
ROMA – In un tempo che chiede risposte urgenti e una nuova visione, si è svolta a Roma, presso la Link Campus University, la Lectio Magistralis di Paolo Liguori, direttore di Tgcom24, dal titolo evocativo: ‘Quando ci siamo fermati e come ripartiremo’. Ad aprire i lavori è stato il Magnifico Rettore Carlo Alberto Giusti, che ha sottolineato l’importanza di una comunicazione autentica e responsabile nella società contemporanea. A presentare il relatore è intervenuto Ubaldo Livolsi, già amministratore delegato di Mediaset e figura di primo piano nel mondo economico e mediatico italiano, rimarcando il valore del pensiero libero e indipendente in un’epoca di profonde trasformazioni. Paolo Liguori, con il suo stile incisivo e appassionato, ha condotto i presenti in una riflessione coraggiosa e lucida: “Nel marzo del 2020 ci siamo fermati. Abbiamo chiuso il mondo”. Una chiusura fisica, ma anche una chiusura della verità. A cinque anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, un’inchiesta del New York Times, supportata da un documento di oltre 520 pagine, ha rivelato ciò che a lungo è stato occultato: l’origine del virus sarebbe riconducibile a un incidente di laboratorio a Wuhan. Una verità che sfata le narrazioni diffuse per anni da riviste scientifiche di grande prestigio come The Lancet e Nature. Liguori ha denunciato una gestione della comunicazione che ha privilegiato l’omertà alla trasparenza, sacrificando il diritto all’informazione proprio mentre la vita stessa era al centro delle priorità mondiali.
LIGUORI: “LA PACE VA COSTRUITA, COME RICORDAVA SAN GIOVANNI PAOLO II”
La sua riflessione si è poi allargata al futuro: “Nei prossimi anni aumenteranno purtroppo le ragioni per fare guerra, ma crescerà anche, e sarà ancora più forte, il desiderio di pace, specialmente tra i giovani. La pace va costruita, come ricordava San Giovanni Paolo II ai ragazzi: non si riceve in dono, è frutto di uno sforzo quotidiano, di una battaglia culturale e morale”. Poi la visione dell’Ai. “L’intelligenza artificiale, da strumento di progresso, rischia di diventare anche un potente strumento di controllo. La comunicazione diffusa attraverso droni, social network e immagini manipolate crea narrazioni artificiali, alterando emozioni e percezioni” ha detto. Significativo il riferimento di Liguori alla gestione mediatica delle esequie di Papa Bergoglio: immagini selezionate, labiali interpretati, scene costruite – come l’incontro tra Trump, Zelensky e Macron – che hanno orientato le emozioni pubbliche, distogliendo l’attenzione dai veri contenuti.
LIGUORI: “CHE COSA CAMBIA NEL NOSTRO MONDO, DOVE DERAGLIAMO?”
La domanda finale che Paolo Liguori ha lanciato è: “Che cosa cambia nel nostro mondo, dove deragliamo?”. La risposta è chiara e forte: deragliamo sul piano etico. Viviamo in una società che confonde morale ed etica: la morale disciplina i comportamenti esteriori; l’etica, invece, interroga la coscienza personale, chiama alla responsabilità verso l’altro, esige coerenza tra valori professati e scelte concrete. Oggi la società pretende di impartire lezioni morali, ma dimentica il fondamento etico. Siamo immersi in una comunicazione che non informa ma plasma emozioni e percezioni, spesso sviando il focus dalle cose realmente importanti. Guardare al tempo e al futuro significa allora ritrovare la verità della comunicazione e riscoprire una nuova etica che rimetta l’uomo e la sua dignità al centro, contro ogni manipolazione e ogni forma di controllo. Il futuro è oggi. E la sua costruzione passa dalla verità, dall’etica e da un rinnovato coraggio di pensare e comunicare in libertà. Un semplice grazie per una grande lezione di vita a Paolo Liguori.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it