VENEZIA – Jeep dei cacciatori su sentieri e mulattiere del Veneto? No, grazie. Il Club alpino italiano dalla sede centrale prende posizione e sostiene Cai del Veneto contro il progetto di legge regionale 189 che prevede la possibilità per i mezzi a motore dei cacciatori di percorrere i sentieri montani, mantenendo però il divieto per escursionisti e turisti di percorrere in auto gli stessi itinerari. Dopo l’Umbria, con la presentazione di una legge che sarà rivista dal legislatore, che permetteva la circolazione dei veicoli a motore su sentieri, mulattiere e piste forestali, salvo specifici divieti segnalati, oggi è il Veneto che “rischia un passo falso con la possibile circolazione dei fuoristrada”, ammonisce il Cai nazionale intervenendo a difesa dei sentieri, “infrastrutture utili alla mobilità dolce, asset portante della nuova economia dei territori montani e delle aree interne”.
UN TIRA E MOLLA SULLA PROPOSTA CHE VA AVANTI DAL 2018
Il disegno di legge, in discussione oggi al Consiglio regionale del Veneto e contro cui sono stati presentati 106 emendamenti dei Verdi, nasce nel 2018 e fin dall’inizio il Cai Veneto e la commissione Tutela Ambiente montano Veneto e Friuli-Venezia Giulia si sono opposti insieme ad altre associazioni ed enti, con il risultato che la maggioranza politica al governo della Regione non ha portato al voto la proposta. Che è stata però riproposta nel 2023 innescando un nuovo ‘muro’ di contrarietà. Il testo del provvedimento attuale è di fatto quello del 2023 “e anche in questo caso, dal momento della presentazione, sono state esposte argomentazioni contrarie”. In particolare, il Cai Veneto si è fatto parte attiva in alcuni degli emendamenti presentati. Oggi inizia l’esame degli emendamenti e si spera in “un’inversione e aggiustamento” della proposta, “vista la vasta platea che si sta opponendo”, auspica il Cai.
L’ALTOLÀ DEL CAI NAZIONALE: NON SI CALPESTINO PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE
“Possiamo affermare, anche come Cai centrale, che tali normative vanno contro i nostri principi di tutela del territorio, degli ecosistemi e della biodiversità, principi sanciti dal nuovo articolo 9 della costituzione”, afferma il delegato ambiente Mario Vaccarella. “In particolare, proprio perché i mezzi fuoristrada creano un danno ambientale nei territori montani”, conclude Vaccarella.
I VERDI PROVANO A SBARRARE LA STRADA ALLE JEEP DELLE ‘DOPPIETTE’
Come promesso, i Verdi del Veneto provano a sbarrare la strada al provvedimento che potrebbe aprire le mulattiere e i sentieri montani ai fuoristrada dei cacciatori, mantenendo il divieto per turisti ed escursionisti. “Questo provvedimento è una minaccia senza precedenti per il nostro patrimonio montano”, avvisano i consiglieri regionali Andrea Zanoni e Renzo Masolo. Ecco quindi che contro il progetto di legge numero 189, in discussione oggi in Consiglio regionale del Veneto sono stati depositati 106 emendamenti. Il testo del provvedimento è “rimasto nel cassetto per oltre due anni- evidenziano i consiglieri- ora viene improvvisamente riattivato e che, come primo presentatore, porta la firma di un ex presidente di Federcaccia, rivelando chiaramente l’intento: ossia trasformare le nostre montagne in riserve di caccia motorizzate. Il progetto di legge prevede anche un paradosso normativo: mentre impone un’imposta per il contrassegno dei mezzi di lavoratori agricoli, manutentori degli impianti, operatori sanitari attualmente autorizzati, spalanca le porte ai veicoli a quattro ruote dei cacciatori con la gratuità del contrassegno, creando una disparità di trattamento inaccettabile”. La reazione di cittadini e associazioni ambientaliste “è stata immediata- sottolineano Zanoni e Masolo- abbiamo raccolto lo sgomento di cittadini e organizzazioni preoccupati per l’impatto ambientale e sociale di questa proposta, e per questo abbiamo depositato 106 emendamenti con cui daremo battaglia in aula. Ci auguriamo che la maggioranza in Consiglio comprenda la gravità di questa proposta, che rischia di danneggiare irreparabilmente gli ecosistemi montani e di alienare proprio quelle comunità che ogni giorno si impegnano nella tutela del territorio veneto”, concludono Zanoni e Masolo.
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