ROMA – In questi giorni, complici alcuni scatti pubblicati da Chi Magazine, si è fatto sempre più intenso il gossip secondo cui Giulia De Lellis aspetterebbe il suo primo figlio da Tony Effe. Una notizia mai confermata dai diretti interessati, come ci ha tenuto a specificare l’influencer in alcune storie Instagram. In un video, l’ex gieffina ha parlato di “cose completamente inappropriate e fuori luogo, dal momento in cui non vengono dai diretti interessati”. E con lei sono d’accordo numerosi fan, secondo i quali a fare un eventuale annuncio dovrebbero essere solo i futuri genitori.
A pensarla così è anche Aurora Ramazzotti che, sempre a mezzo stories, ha scritto: “Cercare di togliere la possibilità alle donne di poter raccontare la loro storia non è il ‘prezzo da pagare’. È mancanza di rispetto e accanimento e fa schifo”. Anche nel suo caso, i paparazzi avevano anticipato la gravidanza del piccolo Cesare, suo primogenito di 2 anni.
“Non potete mai sapere il perché del silenzio di una donna. Non riguarda voi in nessun modo e se pensate di sì il vostro ego va curato”, continua. “Dietro questi schermi esistono persone reali con storie che non sempre devono essere condivise- aggiunge- almeno non per soddisfare la vostra curiosità. Perseguitare qualcuno che palesemente non indirizza la cosa per settimane senza tregua per me non solo oltrepassa la linea, la calpesta e la cancella come se non esistesse un limite oltre cui spingendoci invadiamo la vita delle persone”.
Aurora ha spiegato, poi, i vari motivi per cui una donna “non comunica la gravidanza in genere prima del terzo mese”. “Come mai continuiamo imperterriti a invadere questo spazio così intimo e anche presumibilmente delicato che le donne si riservano? – si chiede- Forse perché siamo ancora convinti che i loro corpi in effetti siano affar nostro?”.
“Non mi sembra che avvenga lo stesso processo quando un uomo famoso si ammala. Eppure stiamo sempre parlando di una sfera privata e sanitaria”, riflette la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti.
“Chi lavora con la propria immagine da sempre regala al pubblico una parte di sé. Una parte minima, spesso artificiosa, talvolta simile alla realtà ma mai totale. Sarebbe impossibile anche volendo rendere tutti partecipi della complessità di un individuo ed è abbastanza comprensibile che alcune cose debbano essere lasciate al di fuori di questa sfera. Anche e soprattutto per tutelare la propria salute mentale”, sottolinea.
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