ROMA – Per il primo trimestre del 2025, l’Istat ha stimato una crescita del Pil (prodotto interno lordo) dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024. La notizia è stata accolta con soddisfazione dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, che ha commentato così: “L’Istat certifica una crescita positiva per il primo trimestre, migliore rispetto ad altri paesi europei. Un segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche del governo”.
CRESCONO AGRICOLTURA, PESCA E INDUSTRIA
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%.
I DATI ISTAT
Il primo trimestre del 2025 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. Nel primo trimestre 2025, spiega l’Istat, “l’economia italiana registra una crescita dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,6% in termini tendenziali. La misura è quella del Pil espresso in valori reali corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati.
SEGNALI POSITIVI GIÀ A FINE 2024
Il risultato fa seguito ai segnali, anch’essi positivi, del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale risultava dello 0,2% (rivista al rialzo dallo 0,1% diffuso a marzo 2025) e quella tendenziale dello 0,5%. Questa stima, di cui si sottolinea la natura provvisoria, determina una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%. La stima preliminare del primo trimestre 2025 riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà. Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta”.
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