ROMA – “Le prospettive economiche sono offuscate da eccezionale incertezza”. Così il il Bollettino economico della BCE n. 3 del 2025. “Gli esportatori dell’area dell’euro si trovano ad affrontare nuove barriere agli scambi, la cui portata resta tuttavia poco chiara. Le turbative nel commercio internazionale, le tensioni nei mercati finanziari e l’incertezza geopolitica gravano sugli investimenti delle imprese”, segnala la BCE. “Anche i consumatori, divenendo più cauti riguardo al futuro, potrebbero contenere la spesa”, avverte l’Eurotower. Al tempo stesso, “l’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta a fronte degli shock mondiali ed è probabile che sia cresciuta nel primo trimestre del 2025, con il settore manifatturiero che ha mostrato segnali di stabilizzazione”, rileva BCE. “La disoccupazione è scesa al 6,1 per cento a febbraio, il livello più basso dall’introduzione dell’euro. Il vigore del mercato del lavoro, i maggiori redditi reali e l’impatto della politica monetaria dovrebbero sostenere la spesa”, aggiunge. Ciò detto, “è possibile attendersi che le importanti iniziative politiche adottate a livello nazionale e dell’UE al fine di incrementare la spesa per la difesa e gli investimenti in infrastrutture rafforzino il settore manifatturiero, come emerso inoltre dalle recenti indagini”.
BCE: DA DAZI PIÙ AMPIA RIDEFINIZIONE MERCATO DA COVID, STOP 90 GIORNI POCA COSA
Nel periodo compreso tra il 6 marzo e il 16 aprile 2025, “i mercati finanziari dell’area dell’euro sono stati fortemente influenzati dai cambiamenti delle politiche commerciali introdotti dagli Stati Uniti”. Il 2 aprile “l’annuncio da parte dell’amministrazione americana di dazi di ampia portata ha condotto alla più drastica ridefinizione dei prezzi delle attività finanziarie registrata sin dalla pandemia, in un contesto di accresciuta volatilità”. Ciò detto, “la successiva sospensione di 90 giorni dei dazi nei confronti della maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti ha rappresentato un alleviamento solo parziale”. Così il il Bollettino economico della BCE n. 3 del 2025. “Nel complesso, la curva a termine del tasso privo di rischio a breve termine in euro si è spostata verso il basso, a fronte di mercati che alla fine del periodo in esame stavano incorporando nei prezzi riduzioni cumulate dei tassi di interesse nell’area dell’euro pari a circa 85 punti base entro la fine del 2025”, segnala la BCE. “Anche i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono diminuiti nei vari paesi, superando lievemente il calo dei tassi privi di rischio”, rilevano dall’Eurotower. “I corsi azionari dell’area dell’euro hanno registrato cali considerevoli in un contesto caratterizzato da un’elevata volatilità, in particolare dopo il 2 aprile”, prosegue la BCE, “i differenziali delle obbligazioni societarie dell’area dell’euro si sono ampliati per gli emittenti sia di qualità elevata (investment grade) sia ad alto rendimento (high yield). Sui mercati dei cambi l’euro si è apprezzato notevolmente nei confronti del dollaro statunitense (5,2%) e su base ponderata per l’interscambio (3,3%)”.
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